Questa fotografia della regione Emilia Romagna si evince dai dati di Banca d’Italia sui depositi delle famiglie. Al 31 luglio scorso la somma complessiva dei capitali lasciati in giacenza (dunque al netto di quelli investiti in dossier titoli), continua a crescere, con l’eccezione di Reggio Emilia, che è sì rossissima, ma è l’unica a presentare un trend negativo, rispetto al 2008. Certo che questi ricchi rossi non saranno tanto entusiasti di sentire il piacentino Bersani, l’ex sindaco di Bologna, Cofferati, e compagnia cantando, invocare la patrimoniale un giorno sì e l’altro pure, senza sapere se servirà ad abbattere il debito, o non invece ad alimentare la spesa, come è nello stile di una sinistra sempre meno riformista.Questo è l’ammontare dei depositi, per città, in milioni di euro:
31/07/2011 31/07/2010 31/07/2008Piacenza 6.107 4.850 4.353Parma 11.165 9.016 8.803Reggio Emilia 9.675 9.400 9.936Modena 13.972 12.930 11.661Ferrara 6.078 4.795 4.093Ravenna 6.493 5.900 5.294Forlì Cesena 7.637 7.106 7.420Bologna 25.786 24.560 21.295Rimini 6.617 5.727 4.691Emilia-Romagna 93.534 84.289 77.511
Come si vede cifre importanti ed in crescita, sia rispetto al 2008 che al 2010, Reggio è la Città che fatica di più, avendo pagato maggior pegno alla crisi industriale e soprattutto a quella del settore immobiliare. La pecore sono dunque pronte per la tosatura. Però supponiamo che, trattandosi di pecore progressiste saranno felici di donare la lana, a differenza di quelle ottusamente conservatrici.
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