Dopo Berlusconi, cambierà per noi giovani?

Che cosa succederà dopo? In quanto tempo le cose torneranno, se mai è possibile, ad una tollerabile civiltà?Potrò ancora sperare di andare in pensione? Alzeranno la paga minima di noi attori di prosa rifondendo le casse statali di fondi per la cultura?Abbasseranno i costi dei treni in modo che non sia più rinchiusa nella città dove vivo, ma possa facilmente spostarmi nel mio paese?Smetteranno le manifestazioni in piazza di centinaia di migliaia di persone senza lavoro?L’Europa e il mondo intero torneranno a credere in noi, senza più deriderci o essere delusi dal nostro sistema governativo?Tutti i miei amici che negli ultimi due anni sono andati a vivere in Australia e in Nuova Zelanda, perché sono paesi giovani e in crescita, prenderanno in considerazione l’idea di tornare a casa?Quest’ansia che ho se penso al mio futuro, calerà?Fare politica, governare, è una grande responsabilità. Dovrebbe essere una vocazione, come l’insegnamento o la carriera artistica. Non ci si può svegliare un giorno e decidere che si vuole fare politica. Bisogna essere persone straordinarie, cioè non-ordinarie, con una aperta visione d’insieme, altruiste, capaci, con un’ottima conoscenza del ieri e nuove idee per il domani.Berlusconi aveva ed ha sempre avuto le idee molto chiare. Di certo non è uno stupido, è riuscito a piegare un paese intero ai suoi piedi: non è una cosa facile. E l’ha fatto abbassando la sua dose di umanità e compassione a zero. Altra operazione non facile. Deve aver fatto un grande lavoro su stesso per arrivare a non avere più sensi di colpa per le sue azioni. Almeno per non darli a vedere.Mi sono chiesta spesso cosa sognasse Berlusconi. Forse cosa fare con tutti i suoi soldi, o quali ragazze invitare alle sue feste. Forse agli inizi sognava come sarebbe stata Milano2 una volta finita, o come avrebbe passato il tempo se mai fosse finito in galera. Forse sognava un gigantesco planisfero, con gli stati ridefiniti dopo il suo avvento in politica, tutti suoi, terre sconfinate su cui governare, un po’ quello che secondo me sognavano gli imperatori romani.Solo che gli imperatori romani andavano più lenti, non avevano tutti i mezzi di Berlusconi, non potevano rovinare una nazione in così poco come ha fatto lui.Gli antichi greci sostenevano che la storia è ciclica, è un anello che gira su stesso in continuazione, che gli uomini commettono sempre, ripetutamente, gli stessi errori.Sono d’accordo con loro.Ma quello che non avevano intuito è che non solo si ripete, ma gira anche più forte, accelera, portando a catastrofi e rinascite sempre più repentine e più violente.Berlusconi si dimette, ok. Ma presi dal giro veloce della giostra in cui ci troviamo, dobbiamo sperare di non fare peggio di lui.

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