Credo che sulla disoccupazione in generale e quella giovanile in particolare, si debba fare un po’ di chiarezza. Prendendola alla larga, noto che Dio, o chi per lui, non ha creato l’uomo e contemporaneamente il posto di lavoro. E poi perché lavoriamo ? Sembrerebbe più semplice starsene al mare tutto il giorno. Voi penserete che io sia un cretino (e magari avete ragione), ma permettetemi di giocare alla maniera (ho detto alla maniera!) di Socrate. La prima risposta probabile è che si lavora per prendere uno stipendio, che poi serve per campare, senza i soldi come si può campare? A chi mi dicesse queste cose, risponderei che i soldi sono nati nell’ultimo quarto d’ora dell’esistenza dell’uomo e la carta moneta negli ultimi dieci secondi. E’ vero invece che si lavora per procurarsi un sostentamento, per mangiare, avere di che vestirsi e un tetto sopra la testa.
Allora mi chiedo cosa ci stanno a fare tanti disoccupati nelle città, dove non c’è lavoro. Per un disoccupato l’unica fonte di reddito è andare a chiedere la carità e questo in effetti fa, la chiede alla famiglia, allo Stato (come ente pubblico) e non c’è niente di male, è normale che chi ha, debba aiutare chi non ha. Ma di cosa si nutrono la famiglia e lo Stato? Di lavoro (direttamente e indirettamente, tramite le tasse). Allora rimanere in città a chiedere assistenza è demente, perché non c’è lavoro e quindi non c’è futuro, tra un po’ famiglia e Stato rimarranno a secco, quindi s’ ingrosserà la massa dei mendicanti. Come si può fare?
Pensandoci bene, non c’è solo la città, ma anche le campagne e le altre città dove c’è lavoro. Quindi lo sbocco logico e razionale è andare dove c’è terra o dove c’è lavoro. Questa logica ha funzionato e tenuto l’uomo in vita, da quando seguiva i branchi di animali da abbattere, a quando si fermò dedicandosi alla pastorizia e all’agricoltura, sino alle grandi migrazioni e giù sino alle ultime (per noi italiani quelle del secondo dopoguerra in Belgio a cavar carbone e in Germania poi, a fare i muratori). Stare in città, sperando che lo Stato pensi a mantenerci tutti e addirittura scendere in piazza arrabbiati, non porta a niente. Avremo anche ragione, ma la ragione non si mangia e quindi non serve. Ci sarebbe dovuta servire quando abbiamo votato cantastorie e bugiardi, ecco, se proprio vogliamo andare a rompere qualcosa, andiamo a casa loro.
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