Come eravamo… come saremo?

Nel ’45, alla fine della seconda guerra mondiale l’Europa era un cumulo di macerie, l’Italia idem. Tutti abbiamo visto i film di Rossellini, conosciamo il neorealismo e le immagini non sono state fatte a Cinecittà, quindi i giovani penseranno che non c’era niente e tutto è stato costruito. Non tutto. Avevamo ad esempio la più grande flotta passeggeri del mondo, allora per andare in America si prendeva la nave e le navi partivano da Genova e da Napoli. Avevamo i cantieri navali migliori del mondo, almeno per le navi di lusso. Mattei s’inventò l’ottava sorella (per i giovani : le sette sorelle erano le compagnie petrolifere che dominavano i mercati) e la pagò cara. Avevamo l’Italcantieri che progettava opere imponenti: la diga di Abu Simbel, ad esempio, è roba nostra, la Fiat dominava il mercato delle macchine di piccola cilindrata, facevamo ricerca e si ottennero splendidi risultati. Natta prese il Nobel per aver inventato la plastica, nella dissalazione marina avevamo gli impianti a minor costo e minor consumo, non sembri cosa da nulla, i secondi erano gli israeliani e con gli impianti produssero agrumi dove prima c’era il deserto; l’elettronica diventò con l’Elsag una realtà mondiale, ad esempio lo smistamento automatico della posta nacque da noi, mentre l’Ansaldo era il top per la produzione di turbine per il nucleare. Questo è quanto mi ricordo all’impronta, ma molto ho dimenticato (di chimica, farmaceutica, meccanica, ecc…). Purtroppo avevamo anche una classe politica poco dotata e una borghesia solo di facciata e il risultato è ora sotto gli occhi di tutti. Ci siamo (ci hanno) mangiato tutto e adesso andiamo mendicando aiuti in Europa e non solo. Piantiamola con i piagnistei, con il dare la colpa agli altri o con i mea culpa. Prima o poi dobbiamo crescere e assumerci le nostre responsabilità senza delegare ad altri, pensando solo all’ultimo modello di telefonino o alle vacanze. La vita, quella vera, è altra da quella che vediamo nelle tv commerciali ed anche in quella pubblica. Rimbocchiamoci le maniche, mandiamo a casa i fannulloni, gli impiccioni, i faccendieri, i fancazzisti, i politici poco vocati alla cosa pubblica e non ci metteremo molto a ritrovarci in una condizione economica e sociale un po’ più rispettabile.

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