Dopo aver chiesto e inopinatamente ottenuto un impegno politico all’integrale abrogazione dell’IMU prima casa con un decreto che per ora individua solo metà delle necessarie coperture ed è talmente “tax free” da derogare persino allo Statuto del contribuente, pur di tassare di più retroattivamente già sul 2013 i milioni di italiani che si detraggono dall’IRPEF i premi che corrispondono per le polizze vita e infortuni, i dirigenti del PDL stanno ora concentrando la loro politica “tutto annunci zero sostanza” sull’IVA.
Si sprecano infatti in questi giorni uscite perentorie di dirigenti del PDL all’insegna del “NO all’aumento dell’IVA” che, per profondità di analisi e concretezza di proposta, costituiscono la drammatica trasposizione politica delle caricature cinematografiche delle miss di turno che sfilano sul palco e dicono “SI alla pace nel mondo”.
Per ridurre le imposte con serietà, senza giochi delle tre carte che servono solo a far giustamente infuriare i cittadini, una volta che capiscono di essere stati raggirati, bisogna aggredire la spesa pubblica.
Ed è proprio la dinamica della spesa degli ultimi anni a spiegare nel modo più veritiero e incontrovertibile chi può veramente dare un contributo in questa direzione e chi invece con ogni probabilità continuerà solo a fare propaganda sulla pelle dei cittadini.
Nel 2000, la spesa corrente al netto di interessi passivi e prestazioni sociali era di 248 miliardi di euro (20,74% del PIL).
Nel 2005, dopo quasi cinque anni di Governi Berlusconi, è salita a 326 miliardi di euro (22,72% del PIL).
Nel 2008, dopo due anni scarsi di Governo Prodi, è ulteriormente salita a 357 miliardi di euro (22,66% del PIL).
Nel 2009, nonostante la bufera della crisi fosse già alle porte, il Governo Berlusconi l’ha lasciata lievitare di ulteriori 13 miliardi, portandola a 370 miliardi di euro (24,32% del PIL).
Tra il 2010 e il 2011, a situazione già pesantemente compromessa, l’ha ridotta in due anni di 5 miliardi, portandola a 365 miliardi di euro (23,15% del PIL).
Nel 2012, in appena un anno, il Governo Monti l’ha ridotta di 10 miliardi di euro, portandola a 355 miliardi di euro (22,68%) e impostando sul 2013 una ulteriore riduzione di circa 3,5 miliardi che l’ha portata alle attuali stime di 351,5 miliardi.
Quei 3,5 miliardi di euro sono una delle doti lasciate dal Governo Monti al Governo Letta (oltre, ad esempio, alla possibilità di varare il piano di rientro dei debiti della PA grazie al rientro dalla procedura di deficit eccessivo) e sono guarda caso lo spazio economico che Scelta Civica aveva sin dal principio individuato per togliere nel 2013 l’IMU al 70% delle famiglie italiane (costo 2,5 miliardi) e scongiurare fino a fine anno l’aumento dell’IVA (costo 1 miliardo), tutto senza ricorrere, per davvero però, a nuove tasse e giochi delle tre carte.
Al Governo che vogliamo continuare a sostenere con convinzione chiediamo di non cedere ulteriormente terreno a chi declama obiettivi che, con le sue scelte di questi anni e le sue pretese di questi mesi è il primo a rendere più difficili, e di proseguire insieme a Scelta Civica e alle forze migliori degli altri partiti della coalizione sulla via del contenimento e della razionalizzazione della spesa, per avere, allora sì per davvero, riduzioni “tax free” di questa o quell’imposta, senza prendere in giro gli italiani.
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