40.000 ragazze da sposare

La notizia è di quelle ghiotte; pare che i greci siano arrabbiati perché, da quest’anno, devono pagare i libri scolastici dei loro figli. La domanda è: perché fino ad adesso chi aveva pagato? Nessuno, era messo tutto a carico dello Stato. Del resto sono tempi di magra per i figli di Platone e Socrate; sapevamo già delle buste paga del settore pubblico ellenico, pari al 40% del PIL, che sono state ridotte del 20%. Il paese ha difeso tredicesima e quattordicesima, ma ha accettato la riduzione dei bonus e degli straordinari. E sono a rischio le pensioni di 40.000 zitelle, figlie non sposate di impiegati pubblici, che hanno diritto ad una pensione ereditaria di 1000 euro al mese. Per non parlare delle pensioni anticipate a 50 anni per le donne e 55 per gli uomini, e per 600 professioni usuranti, come il parrucchiere o i suonatori di strumenti a fiato. Ora il lettore potrebbe dire che sono cavoli dei greci, il problema è che questi lussi li dobbiamo pagare, pro quota, noi italiani. I 400 miliardi dati dall’Europa alla Grecia, Irlanda e Portogallo, costano all’Italia circa 80 miliardi di euro, perché noi contribuiamo con circa il 20% agli aiuti comunitari. Già abbiamo i 10.000 forestali calabresi che sono troppo vecchi per spegnere incendi, avendo più di 50 anni, ma quella di mantenere pure le zitelle greche, le batte tutte. De resto già Aristotele era un asserto convinto della naturale disuguaglianza dei sessi e della superiorità maschile sulle donne, anche nella riproduzione. Anche Esiodo, sia nella “Teogonia”, che nelle “Opere e i giorni”, qualifica la donna come colei che, creata dopo l’uomo per volere divino, segna con la sua venuta l’inizio del male nel mondo. Che i greci siano sempre stati un popolo di misogeni è acclarato, ma mettere le donne non maritate a carico del debito pubblico, ci sembra quanto meno eccessivo…..

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