Nietzsche diceva che la maturità dell’uomo significa “aver ritrovato la serietà che da fanciulli si metteva nei giuochi”.E’ una definizione meravigliosa perchè l’approccio migliore ai problemi, alla vita, alle difficoltà è quello del gioco. Il gioco è apprendimento, invenzione sudata di soluzioni, scoperta di strategie efficaci. E’ qualcosa di estremamente serio, ma vissuto con leggerezza.Sarebbe un approccio straordinario anche alla politica, che dovrebbe essere solo ricerca di soluzioni e non difesa di privilegi o arrocco su ideologie.Per questo diffido da chi si prende troppo sul serio, diffido dai discorsi dei politici che adottano un linguaggio e un’ampollosità da secoli passati. A proposito, il successo di Grillo non ha niente a che vedere con un’innovazione nel linguaggio?Berlusconi ha incassato per anni il suo bottino elettorale in primis grazie all’apparente leggerezza con cui ha affrontato la politica. Le sue barzellette erano qualcosa di stonato persino per una gita scolastica, a riprova che il vero effetto comico lo otteneva quando tentava di esser serio, ma mi spaventa ancor di più il fanatismo di gran parte dell’elettorato della sinistra: l’approccio ideologicamente violento ai dibattiti è il contrario del gioco dei bambini. Questi ultimi discutono per ore intorno alle regole, le piegano, le reinterpretano, si esercitano in dialettica e retorica con la massima serietà, ma con il fine comune di preservare l’integrità del gioco e del divertimento.Diffido anche dalle emozioni “pesanti” della televisione, quel cogliere ogni occasione per fare del pietismo, celebrare il defunto o il mostro sacro. Mi spaventa la serietà con cui i personaggi televisivi s’invitano l’uno con l’altro e s’incensano per due ore di talk show. Ho visto dieci minuti di Hunzicker in un programma pomeridiano e sono uscito esausto da quell sorriso, da quell’aria da brava ragazza sempre ottimista, di quella che sì ha scaricato il cantante, ma resta un grande amore, che sì ha preso un milione a Sanremo, ma Sanremo è stato principalmente un grande stress, una prova dura, lei che è quella dall’ascesa sociale estremamente rapida ma anche vicina alle donne comuni con l’associazione Doppia Difesa. Mi sono così rotto di sentirne parlare, che ho temuto potesse ottenere l’effetto di de-sensibilizzare sul tema della violenza sulle donne!Tutto così pesante, celebrativo, artefatto. Al punto che mi è venuta in mente la battuta leggera ma serissima di quell’antennista che un giorno mi sintonizzava la televisione e rivolgendosi allo schermo disse: “ma va a cagher… siete ridicoli”.
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