Un gioco e un passatempo – James Salter

 Una passione erotica travolgente che semina,inconsapevolmente timidi germi d’amore.

Non si potrebbe dire altro di questo romanzo di James Salter, uno scrittore americano di cui in Italia si è trascurata la raffinata abilità di scrittura per lungo tempo.

Amato più dalla critica letteraria che dai lettori, egli rivela la supremazia dei dettagli sulle complesse trame architettoniche di altri romanzieri.

E anche in questa sua ultima opera la costruzione del rapporto tra un giovane americano, Dean, e una giovanissima francese, Anne Marie, avviene attraverso una miriade di dettagli, abbozzi di avvenimenti insignificanti, di impressionistiche pennellate d’ambiente, di tempo immobile che attraversa vite private, in cui pulsioni e azioni sono vissute insieme con intensità e con senso della loro precarietà.

Tutto accade in una piccola città della Borgogna, in una Francia degli anni 60, dove si respira l’aria di un mondo chiuso, immobile, lontano dalle sfolgoranti luci di Parigi, contadino nel paesaggio e negli animi dei pochi personaggi che Salter appena tratteggia.

Dean è uno studente che abbandona gli studi universitari e, approfittando di un certo benessere della famiglia viene in Francia per una breve vacanza.

Anne Marie è una commessa carina, senza molta istruzione e senza particolari doti .

Comincia del tutto casualmente tra loro una relazione che, sin dal principio nasce da una forte attrazione erotica, di cui sono immediatamente consapevoli entrambi.

Nella lontananza abissale tra le esperienze di vita, d’ambiente famigliare, di cultura, questo delirio erotico abbatte tutte le differenze e diventa l’elemento centrale delle loro vite, seppure l’ombra di un suo fatale esaurimento accompagna i due, come se niente possa sopravviverle.

La sconcertante precisione con cui l’autore descrive la loro sessualità è anch’essa fatta di brevi dettagli che non sono mai descrizione, ma scarto evidente rispetto alla vita “fuori” dai letti in cui si consuma la passione, letti di stanze d’albergo squallide, dove il loro girovagare per questa Francia sonnacchiosa li porta, alla ricerca di un senso che superi o allarghi la loro storia di coppia.

In questo contesto di quasi assoluta incomunicabilità oltre il sesso, tuttavia, si insinua lentamente un tenue sentimento amoroso che li colpisce alle spalle, come un nemico che prepari la sua vendetta nella palese impossibilità d’un futuro di coppia, adagiata sul quotidiano che ne pretenda l’evoluzione verso altre pulsioni o progetti slegati dalla passione erotica.

Dean è un personaggio che ci appare senza alcun senso di responsabilità che vive con i soldi del padre questo soggiorno francese, pensato per un breve periodo, e che invece si allunga fino al punto di versi rigettata ogni richiesta di soldi da parte del padre, preoccupato di una possibile deriva del figlio.

Anne Marie è una giovane lusingata, lei di famiglia modesta e piuttosto ottusa, da una relazione con qualcuno che, forse riuscirebbe a tirarla fuori dal suo stato di piccola commessa in una noiosa città di provincia, ma che in fondo intuisce da subito che in questa relazione erotica, niente è possibile.

Nella vita, sembra dirci Salter, l’esistenza di ogni essere umano è immersa in una dimensione gigantesca e sfuggente di cui noi lambiamo appena fragili momenti.

“L’esistenza ha il respiro vasto dell’inconsapevolezza, e la narrazione rivela tutta la sua potenza nel momento in cui – pur senza mostrarla – riesce a rendere conto di questa vastità” Così scrive Luca Alvino in alcune note in occasione della stampa di questo libro in Italia.

Meglio non si può dire.

James Salter è nato a New York ed è morto l’anno scorso, novantenne. Il romanzo riconosciuto come il suo capolavoro s’intitola “Una perfetta felicità”. Questo “Un gioco e un passatempo” è uscito nel 1967 negli Usa e pubblicato per la prima volta in Itala nel 2006. Questa del 2016 è la sua ultima edizione.

 

“UN GIOCO E UN PASSATEMPO” di James Salter

(Ed. Guanda Tascabili, pag 253, euro 11)