“Troppa felicità” di Alice Munro

403x296_241872_malala-verso-il-nobel-per-la-pace-oggRipubblichiamo la nostra recensione a Troppa felicità, un libro di Alice Munro, neo vincitrice del premio Nobel per la letteratura.

Alice Munro è una scrittrice canadese che da anni pubblica i suoi magnifici racconti, noti a livello internazionale, per la loro straordinaria scrittura. Ricordiamo, per citare solo alcuni titoli di sue raccolte “Nemico, amico, amante”,“In fuga” “La vista da Castel Rock”… Il titolo di questa ultima raccolta è quello dell’ultimo e il più lungo dei racconti inseriti; forse anche il più complesso. Vi si ricostruisce -sulla base di fonti documentali e testimonianze acquisite testardamente rinvenute- gli ultimi anni di vita della matematica russa Sof’ja Kovalevskaja, e della sua esperienza di donna emancipata e di donna-scienziata in un periodo precedente la rivoluzione russa; quando cioè , tra le tante cose impensabili per il sesso femminile, c’era anche quella di non essere credibile come protagonista del mondo scientifico, e dei matematici in particolare.

Come Munro sa fare da par suo, di questa donna ci vengono raccontate vicende straordinarie attraverso una apparente banalità che cela il reale tumulto di uno spirito tormentato. E’ questa, d’altronde la cifra stilistica della scrittrice che narra sempre di vicende famigliari inserite nell’alveo di un tranquillo fiume che scorre come per inerzia e che in realtà si carica -per improvvisi e imprevedibili tsunami- di svolte drammatiche, capaci di sorprendere il lettore e di lasciarlo attonito.

Proprio come nelle nostre vite, impegnati come siamo, ad aggrapparci all’evolversi degli eventi come se questo evolversi contenesse in sé futuri segnati sino alla meta finale. E invece, improvvisamente, il fiume devia bruscamente e impone accelerazioni o cadute non previste.

Nel continuo alternarsi di feed-back tra passato e presente dei protagonisti domina, incontrastato lo sguardo disilluso sulla vita di chi ne osserva le vicissitudini attraverso il disincanto della vecchiaia. Disilluso, certo, ma ricco più che mai di una libertà interiore che consente di percepire meglio il mistero della vita.

Nel primo racconto “Dimensioni” una donna cerca di dimenticare la tragedia vissuta con il suo uomo che, in un raptus di follia (così viene sempre definito dalla società) uccide i tre figli avuti con lei, scegliendo di occupare la sua testa e di esaurire le sue energie con un lavoro faticoso da cameriera in un ristorante. Struggente la presa d’atto dell’insensato bisogno di continuare ad amare quell’uomo diventato l’assassino dei suoi figli. Uno che, dall’ospedale psichiatrico dove è rinchiuso, tenta di riagganciarla scrivendole lettere che possono smuovere le pietre…”La gente la cerca dappertutto la soluzione. Si stanca il cervello a furia di cercare. Soffre per tutte le cose che ha in testa …Vanno sempre di fretta. Devono fare la spesa, e passare in tintoria e farsi tagliare i capelli e guadagnarsi da vivere o andare a ritirare il sussidio di disoccupazione. I poveri sono messi così, e i ricchi devono pensare a come spendere i soldi che hanno. E’ un lavoro anche quello…”

Nell’ultimo racconto, a proposito del rapporto uomo-donna, su cui la matematica Sof’ja, riflette dopo le difficili esperienze vissute le fa dire “…Sottostanno (gli uomini) alle leggi del comportamento virile. Vi si sottomettono con tutti i loro rischi e le crudeltà, i complicati oneri e gli imbrogli deliberati che implicano. Quelle regole dalle quali tu, in quanto donna, hai talvolta tratto vantaggio, e quelle di cui invece hai sofferto”

Una curiosità e una sorpresa: alla pagina 179 viene fuori una citazione del romanzo di A. Manzoni “ I promessi sposi”, scelto dalla protagonista tra i libri di una collana dei “Classici Harvars” allineati in una libreria della casa al centro del racconto, per un bisogno momentaneo di leggere qualcosa Come dire: e se ci dimenticassimo le noiose lezioni scolastiche ricevute e riprendessimo a sfogliare quel “noioso” romanzo? E infine.

Quasi tutti i racconti sono ambientati nella regione dell’Ontario, intorno alla città di Toronto. Ma, leggendoli, potresti collocarli in qualunque parte del pianeta, senza che essi perdano l’ universalità che la Munro sa iscrivere nel mondo contemporaneo di cui ci parla.

Alice Munro. Troppa felicità (Ed. Einaudi2011, pag.327, euro 20)