Il loro ultimo disco in studio, l’omonimo The Mavericks, risaliva al 2003, poi il silenzio per dieci, lunghi anni a parte i numerosi lavori (circa otto) da solista, più o meno riusciti, di Raul Malo il leader indiscusso ed il principale compositore della band americana di Miami in Florida.
Ora sono tornati, a sorpresa e alla grande, con un disco spensierato, gioioso ed ottimamente suonato, che sembra magicamente azzerare il decennio appena trascorso.
Un rientro davvero inatteso, sincero e appassionato, non imposto dalla major di turno o condizionato da mere logiche di mercato e che ci rimanda ai capitoli migliori del gruppo.
Divertimento allo stato puro con Raul Malo (voce solista e chitarre), Robert Reynolds (basso), Eddie Perez (chitarre) e Paul Deakin (batteria), si sente il calore della musica di confine, quella degli anni cinquanta, fusione intelligente di più stili, dal country al rock’n’roll, dal tex-mex al latin soul, dal rockabilly al doo-wop, un gioco da ragazzi per gli abilissimi Mavericks che si ritrovano a meraviglia e non si risparmiano neanche negli studi di registrazione.
In Time si compone di ben tredici canzoni, tutte originali, fresche e di pregevole fattura, un mazzo ben scelto, con chitarre, percussioni, fisa ed ottoni scatenati protagonisti in quasi tutti i brani del disco.
Tra i più significativi la stupenda ballata caraibica Back In Your Arms Again, la vivace ed incalzante Come Into Me e la lunga, epica e spagnoleggiante Call Me When You Get To Heaven. Continua così, o meglio, prosegue l’avventura dei Mavericks, un ritorno sorprendente e rigenerante per una delle band più amate ed apprezzate degli States, con la benedizione dall’alto di Elvis Presley, Frank Sinatra e Roy Orbison.
Musica nostalgica, da ballare, puro intrattenimento, nulla di particolarmente nuovo ed impegnativo quindi, l’idea di Malo e compagni è sempre la stessa, un percorso oramai consolidato nel tempo, ma il segreto del loro successo è proprio questo: il recupero della tradizione, la riscoperta di antiche abitudini, il gusto ancora genuino di suonare in mezzo alla gente in giro per le sconfinate terre d’America.
E poi c’è il tocco in più, quello che fa da sempre la differenza, il valore aggiunto diventato ormai il vero marchio di fabbrica dei Mavericks: la voce calda e avvolgente, direi superlativa, di Raul Malo.
Basta ascoltare i due lenti da brividi In Another’s Armse e Forgive Me, per capire le potenzialità e le capacità interpretative del cantante di origini cubane. Disco che conferma una vena creativa eccellente, di prim’ordine. A noi non rimane che stare al gioco e lo spasso è assicurato. Una scarica di adrenalina, quanto basta per allontanare la mestizia che ci circonda.
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