Parlo di Roma, ovviamente. Dopo che ha vinto a Hollywood l’Oscar come… miglior città straniera, La Grande Bellezza è infatti rappresentata dall’Urbe , contrapposta alla grande bruttezza della società odierna capitolina, ma con la rassicurante presenza carismatica di Papa Francesco, spero che milioni di turisti e pellegrini la inondino per visitarla in ogni suo angolo, nonostante gli italiani si siano scarsamente presi cura di lei. Roma è un grande set cinematografico, fin dai tempi de La Dolce Vita di Fellini, ma che dico, degli spettacoli del Colosseo d’ età romana, tanta voglia di lei dei viaggiatori dell’epoca papalina del 1500, clero incluso, che s’ intrattenevano con le sue prostitute, famose per l’arte amatoria, ma ancor più per la loro raffinata cultura. NeI mio primo viaggio a Roma da adulta, dopo la classica gita scolastica delle medie, con la visita a Piazza San Pietro, sede della cristianità, non mi vergogno a dirlo, mi sono rimaste impresse le tiepide serate , le trattorie con i piatti tipici, i ristoratori che chiamano tutti dottò, il ponentino, forse per la provenienza emiliana, con gli inverni rigidi e umidi, da scrollarsi d’addosso.
Negli anni seguenti ho ammirato tutti i magnifici musei, le chiese dove ti imbatti nei Caravaggio, o nei Reni o i Domenichino quasi senza saperlo, le piazze con i capolavori del Bernini, i palazzi privati, quelli magnificenti del potere. A proposito, cosa non darebbero i politici della periferia per un posto a Roma in Parlamento o in qualche società pubblica? Tanta voglia di lei, dei suoi privilegi, dei riti televisivi celebrati a Saxa Rubra, delle notti proibite e trasgressive, dei ristoranti famosi intorno a Montecitorio, dei salotti che contano, dove misurare la propria visibilità e affermazione.
Tanta sana voglia di lei, da parte dei simpatici giapponesi che, appena giunti, la fotografano in ogni angolo e in ogni pietra, poi entrano nei ristoranti turistici, concedendosi esausti solo un piatto di spaghetti, per rispettare il modesto budget, ma felici e consapevoli di aver conosciuto la città che per millenni ha rappresentato la Storia.