Svendite

pre1337606485 Lo Stato di diritto italiano é ormai non dico in saldo, ma alle svendite fallimentari. Tutti parlano di rilancio, di attrarre capitali stranieri, e temo, butteranno via gli ultimi spiccioli per fare pubblicità (cafonal) oltralpe. La vera pubblicità è andata in onda con la finale di Coppa Italia di calcio a Roma. È stato anche un bel colpo per il turismo: venghino signori, ci sono ancora combattimenti (con quasi il morto) di gladiatori e non al Colosseo, ma per le strade e potete essere comparse e magari protagonisti (vi pigliate un colpo di pistola, una coltellata, quattro sberle).

Abbiamo visto un Presidente del Consiglio prima aspettare per un’ora i comodi dei violenti che si divertivano ad “annaffiare” di fumogeni e bombe carta i vigili del fuoco e la polizia, poi ha sentito fischiare l’inno nazionale e mai ha sentito la voglia di andarsene, anzi ha preteso che la sua prole (era là con la famiglia) apprendesse questa lezione di vita.

Abbiamo sentito il Ministro degli Interni minacciare sanzioni durissime : Daspo a vita ( chi cadesse sotto questa pena draconiana non potrà più vedere allo stadio la partita), altro che appioppare a Genny la Carogna (non so quale sia il nome e quale il cognome) una decina di anni di galera per interruzione di pubblico servizio, istigazione alla violenza, resistenza alle forze dell’ordine, insulti e cori razzisti, ecc… come avrebbero fatto quei mollaccioni degli altri Stati, quelli che poi dovrebbero venire ad investire.

Abbiamo visto la TV di Stato (Domenica Sportiva) occuparsi esaurientemente della questione (un minuto circa) per poi passare alla glorificazione di chi ha vinto lo scudetto.

Abbiamo visto chi ha vinto lo scudetto lanciarsi in danze di gioia, gli stessi che quando segnano un gol alla loro ex squadra non gioiscono per rispetto dei tifosi.

Abbiamo sentito il questore dire che i ferimenti di tifosi erano fatti isolati e privati ( o lo si caccia o lo si comanda allo stadio per i prossimi dieci anni, naturalmente a paga zero).

Abbiamo sentito Grillo dire che questo atto è conseguenza della gestione politica della situazione italiana (un po’ come il suo abbandono dell’auto che usciva di strada, ma il paragone è mio, non suo).

Abbiamo sentito Berlusconi disvelare al mondo che lui è il padre della patria (un po’ come se Superman dicesse di essere Clark Kent) e io ne convengo se patria è intesa come quel puttanaio fatto di nani, puttane, ballerine, corrotti e ladri che hanno spolpato la repubblica negli ultimi trent’anni; contestualmente lui come presidente di una squadra di calcio, con un tifo non propriamente di verginelle, non si è soffermato più di tanto.

Abbiamo visto sciarpe di colori non interessate alla finale in gioco, come alleati nelle guerre vere.

Abbiamo visto non sospendere la partita, al limite annullarla, o dare il risultato a tavolino, sempre con la scusa dell’ordine pubblico. E l’ordine era quello che le immagini ci hanno mostrato.

Abbiamo capito tutti perché la criminalità organizzata da noi domina lo Stato e perché da noi si acchiappa meno del dieci per cento di chi commette reato.

Abbiamo sentito presidenti (di mestiere, vedi stipendio) della Federazione Gioco Calcio, flebilmente affermare.

Probabilmente vedremo il presidente del calcio mondiale tuonare contro il malcostume, se capita vi rinfresco la memoria: fu quello che in uno stadio allucinato (i 36 morti dell’Heysel) in cui si giocò, anche lì per problemi di ordine pubblico, segnò su rigore e andò a festeggiare sotto la curva dei suoi tifosi.

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