Sottomissione – Michel Houellebecq

sottomissione-libro-89953 Quando nel 1999 lo scrittore francese Michel Houellebecq fece pubblicare “Le particelle elementari”, mi trovai di fronte al primo libro che considerai del terzo millennio.

L’autore infatti non costruiva un futuro fantascientifico, ma un percorso plausibile che, dai dati scientifici esistenti, riusciva a disegnare una visuale del mondo attardata sul platonismo, sulle credenze religiose (di cui restano ormai più i riti e le distorsioni più aberranti e meno interiorizzate), mentre la scienza avanza implacabile nella edificazione di nuove interpretazioni del mondo che ci circonda.

E per far questo l’autore si è servito delle vicende di due fratellastri e del mondo dolorante e perplesso che li circonda e li avvolge.

Questo suo nuovo romanzo “Sottomissione” è stato pubblicato poco prima che succedesse la drammatica vicenda del settimanale satirico “Hebdo” e del globalizzato “Je suis Charlie”, gridato quasi per esorcizzare il grande conflitto in atto tra un mondo cresciuto all’ombra di un nuovo oscurantismo religioso e quello, ancora incerto, del pensiero scientifico, per sua natura laico e libertario.

Libro di premonizioni, dunque.

L’autore ci trasporta in un futuro prossimo in cui l’islamismo – ovvero le sue interpretazioni più insidiose e, a volte,oscurantiste- riesce a penetrare in una delle società più laiche del mondo occidentale, fino a diventarne padrona.

Nelle elezioni politiche di un incerto ma non lontano futuro, il potere viene preso in mano dal partito islamico “moderato” che vince le elezioni e conquista la presidenza della Repubblica.

Il protagonista del romanzo, racconta in prima persona le vicende che lo circondano e alle quali assiste, agli inizi con molta disattenzione.

E’ un giovane ma già molto affermato professore di letteratura nell’Università della Sorbona; Egli è appagato dalla sua fama e dal suo agiato livello di vita, nonché dai notevoli successi nel campo femminile (sebbene appaia incapace di misurarsi con esso al di fuori di rapporti di intenso godimento erotico).

Bisogna arrivare quasi alla fine del libro (pag. 220 e seguenti) perché ci venga spiegato esplicitamente il titolo del romanzo: “…E’ la sottomissione”, disse piano Rediger. “L’idea sconvolgente e semplice mai espressa con tanta forza prima di allora, che il culmine della felicità umana consista nella sottomissione più assoluta…”

E di questo si tratta fondamentalmente in questo libro.

Che cosa accade dunque? Accade che , senza colpo ferire, la campagna elettorale diventa il luogo dove precipitano umori e condizioni sociali che il partito musulmano capovolge, inaspettatamente e con grande abilità, ribaltando gli elementi socio-culturali su cui la società francese fonda le sue basi e le sue sicurezze.

Accarezzandone gli umori più nascosti, le apparenti certezze nella propria superiorità, il capo del partito musulmano tesse la trama che lo porterà al potere con elezioni “democratiche”: accettate, se non scarsamente ostacolate.

E da lì comincia il lento ma progressivo avanzare dei compromessi che, in particolare nelle classi più colte e agiate, diventa una valanga inarrestabile.

Il risultato sarà una generale sottomissione in nome dei propri privilegi e del desiderio di non perdere le proprie prerogative.

All’ancora perplesso protagonista François, il raffinato Rediger spiega “…per me c’è un rapporto tra la sottomissione della donna all’uomo come la descrive “Histoire d’O” e la sottomissione dell’uomo a Dio come la contempla l’islam…”

Così ciò che appena qualche anno prima sembrava impensabile, accade.

Rediger è il nuovo rettore della Sorbona, voluto dal presidente eletto perché capace di convincere i più riottosi docenti a capitolare e a non contrastare la nuova avventura umana che si apre in questa parte del mondo diventata ormai insicura.

E naturalmente, anche i favolosi stipendi offerti dal rettore, attraverso i finanziamenti cospicui dell’Arabia Saudita faranno la loro parte per la sottomissione ai nuovi dettati del sapere secondo l’islam.

D’altronde in Francia l’intellettuale non era tenuto a essere “responsabile”, non era nella sua natura, pensa il nostro François.

E, alla fine, anche lui capitola.

Romanzo di forte preveggenza, “Sottomissione” ci trasmette una profonda inquietudine su un futuro non più vissuto o immaginato come intriso di irreversibili sorti progressive di cui il pensiero moderno nelle nostre società democratiche pareva una assoluta garanzia: un vaccino antioscurantista.

Michel Houellebecq ha scritto anche il bel romanzo “La carta e il territorio” con cui ha vinto il premio Goncourt nel 2010. Tutte le sue opere hanno avuto un grande successo di pubblico a livello internazionale che fanno di lui uno dei più grandi scrittori e testimoni del nostro tempo.

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