Come si delinea un concetto così indefinibile, e personale, come la felicità? E come si applica a un Paese? Il World Happiness ReporWt è uno studio realizzato per il Sustainable Development Solutions Network (SDSN) dell’ONU e si propone di realizzare una mappa della felicità, prendendo in esame 158 paesi. Lo studio è incentrato su sei variabili: speranza di vita, reddito pro capite, assistenza sociale, livello di corruzione percepita, senso di libertà e diritti civili, generosità.
Ecco la lista in ordine di graduatoria. Svizzera, Olanda, Norvegia, Danimarca, Canada, Svezia, Nuova Zelanda, Austria, Cuba, Costa Rica, Sri Lanka.
Io sono rimasto sorpreso, poi sono andato a leggermi il report, che praticamente si apre dicendo “Il 2015 è un anno che segna una svolta per l’umanità, con l’adozione,
prevista per settembre, da parte degli stati ONU degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), il cui scopo è contribuire a guidare la comunità mondiale verso un modello più onnicomprensivo e sostenibile di sviluppo globale. È molto probabile che i concetti di felicità e benessere concorrano a condurre il
progresso verso lo sviluppo sostenibile.
Lo sviluppo sostenibile è un concetto normativo che chiama tutte le società a equilibrare gli obiettivi economici, sociali e ambientali. Quando i paesi perseguono l’obiettivo del PIL in modo sbilanciato, ignorando i target sociali e ambientali di primaria importanza, il risultato è spesso un impatto negativo sul benessere umano. Gli SDG sono pensati per aiutare i Paesi a raggiungere obiettivi economici, sociali e ambientali in armonia, portando in tal modo a livelli più elevati di benessere le generazioni presenti e future. ”
e poi va avanti con tante cose ovvie come la seguente “Il benessere dipende fortemente dal comportamento prosociale dei membri della società. La prosocialità interessa gli individui che prendono decisioni per il bene comune che potrebbero
entrare in conflitto con motivazioni egoistiche a breve termine. La vita economica e sociale abbonda di “dilemmi sociali” in cui il bene comune e le motivazioni personali possono entrare in conflitto. In questi casi, il comportamento prosociale che comprende l’onestà, la benevolenza, la cooperazione e la fidatezza è fondamentale per ottenere il miglior risultato per la società. ” ovvie appunto, ma non per questo molto diffuse.
Si arriva poi a questo”Dal World Happiness Report 2015 emerge costantemente un tema sociale comune. A livello sia individuale sia nazionale, tutte le misure del benessere, tra cui le emozioni e le valutazioni sulla vita, risentono pesantemente della qualità delle istituzioni e delle norme sociali in cui esse si producono. Comprendono famiglia e amicizie a livello individuale, la presenza di fiducia ed
empatia ai livelli di vicinato e comunità, e potere e qualità delle norme sociali onnicomprensive che determinano la qualità della vita in seno alle e tra le nazioni e le generazioni. Quando questi fattori sociali sono ben radicati e immediatamente disponibili, le comunità e le nazioni dimostrano una maggior resilienza, e persino i disastri naturali possono costituire un motivo di rafforzamento della comunità, che si unisce per superare la prova. ”
non vi voglio annoiare oltre, solo rimandarvi a leggere almeno l’estratto dello studio, forse potremmo cambiare, ancora, qualcosa.
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