Sentenza Parolisi: non capisco ma mi adeguo

parolisi-melania-rea-e1423645955977-300x244 Scusate, proprio non capisco la sentenza della Corte di Cassazione sull’omicidio della moglie da parte di Salvatore Parolisi. Il supremo organo ha stabilito che deve essere riconteggiata la pena di trent’anni di reclusione, riducendola, perché l’assassino, avendole inferto trentacinque coltellate, non ha agito con crudeltà, quindi al delitto manca l’aggravante. Se ho ben capito,ma forse sono un po’ tonta, quelle trentacinque coltellate che hanno fatto morire dissanguata la sfortunata Melania, evidentemente sono state sferrate una ad una con dolcezza, così che la poverina, inerme, ha potuto rendersi conto , prima di perdere conoscenza (ma quando, alla settima, alla ventinovesima…?) che il marito era un dolce assassino, che non ce l’aveva con lei, ma doveva farlo perché lacerato nell’anima dalla passione per la bella soldatessa .E’ brutto fare dell’ironia su tragedie di questo tipo, ma al cittadino comune purtroppo vengono in mente tali considerazioni, noi non possiamo addentrarci nelle pieghe complicate della legislazione. Sì, per aiutarci ora abbiamo i talk che cercano di spiegarci tutto sugli omicidi non definitivamente risolti, poi ci sono i plastici di Vespa, fin dai tempi del delitto di Cogne. E’ in uno di questi talk che ho appreso che l’arma usata da Parolisi,, funzionava solo così per uccidere, avendo una lama, per dirla in modo non tecnico, troppo debole!

Non capisco, ma mi adeguo, diceva qualcuno, quindi anch’io. Ma allora, perché i giudici della Corte Suprema non hanno considerato anche che con le leggi italiane un assassino, tra sconti di pena, riti abbreviati, uscite per buona condotta, spesso dopo pochi anni si ritrova già in circolazione? Io però sono una casalinga e le mie riflessioni lasciano il tempo che trovano. Allora citerò il famoso politologo Luttwak, che ad esempio sul tema dell’evasione fiscale, ha detto testualmente: in America pago le tasse perché ho paura di finire in galera,infatti là se ti beccano anche per un piccolo reato, vai dentro senza tante storie. Così io credo succeda anche per gli omicidi, senza arrivare ai controversi casi della pena di morte, che personalmente non approvo .Forse per questi ultimi, il deterrente della detenzione in certi casi non funziona, soprattutto quando compiuti in condizioni psichiche alterate, ma da noi un po’ di buon senso non guasterebbe nel comminare le pene, altrimenti a qualcuno potrebbe passare per la testa che anche lo stato psichico dei nostri supremi magistrati è stato un pochino alterato al momento della sentenza, non diciamo da chissà cosa, ma da qualche bicchiere di vino di troppo, forse…

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