Ultima baggianata planetaria, ma che ha riscosso successo anche in Italia, a partire dal premier, è il selfiegavettone a scopo di beneficenza. I miei primi ricordi dei gavettoni, non avendo ovviamente fatto la naja, risalgono agli anni settanta, quando il giorno di ferragosto sui litorali della Romagna, da un albergo all’altro s’ ingaggiavano tra bagnanti al massimo poco più che ventenni, battaglie acquatiche a suon di secchiate, che piovevano dalle terrazze, dai vicoli e con frequenti corpo a corpo, provocando molto divertimento tra i ragazzi e qualche fastidio tra gli altri villeggianti, che però accettavano con condiscendenza le intemperanze ferragostane.
Ma tutto sommato era un divertimento semplice e non idiota come quello di oggi che consiste nel rovesciarsi addosso un secchio di acqua gelata e postarlo sui social. Siamo al nulla più totale, ovvero alla spettacolarizzazione del nulla, salvo che chi lo pratica, solo se è personaggio famoso, finisce ancora una volta sui media nazionali, quasi non fosse abbastanza fastidiosa la presenza, al momento con modesto ritorno per la causa umanitaria (la Littizzetto, ad esempio ha donato cento euro). Non mi meraviglio tanto di Fiorello, assai celebrato showman, ma che, non dimentichiamolo, deve la sua formazione “accademica” nei villaggi turistici, incubatori del divertimentificio di massa più becero e incolto, quanto di Renzi, che dovrebbe mostrare ben altre abilità, di Celentano, ma anche lui, pur riconosciuto come artista musicale eccelso, in fatto di “stupidate”(verbali) non si è fatto mancare molto.
E così purtroppo preoccupa questa esibizione del nulla, forse sintomo di mancanza di capacità e professionalità adeguate al tempo attuale, che non riusciamo più a interpretare e cavalcare. Sembra che nessuno sappia fare nulla per combattere la Sla, o aiutare in modo proficuo gli ammalati, piuttosto che per il virus Ebola , con il contorno di medici e missionari che ogni giorno contraggono la malattia per tentare di salvare le popolazioni colpite. Ma non è così: da qualche parte, fortunatamente, celati e in silenzio, vi sono uomini e donne che lavorano per l’umanità, studiando e ricercando, poi esistono benefattori non pelosi che donano parte dei loro averi, senza bisogno di sottoporsi ai riti idioti di questo tempo per certi versi arretrato, anche se tecnologicamente avanzato.
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