Nell’immaginario letterario di Emilio Salgari la Malesia era un paese lontano e Sandakan solo una cittadina qualunque sulla mappa del Borneo. Tanto che nessuno avrebbe badato a quella A diventata O, forse per vezzo letterario dello scrittore, forse per semplice svista. D’altra parte, cento anni fa, Salgari non poteva certo “Googlare” Sandakan su internet. Cento anni dopo invece, è interessante scoprire che a trentamila italiani “piace” una delle pagine intitolate al Bunga Bunga su Facebook. Che “c’azzecca” il Cavaliere con il Pirata? La quadratura del cerchio sta nelle imminenti elezioni politiche della Malaysia. Quasi venti milioni di cittadini malesiani aventi diritto al voto, si presenteranno alle urne per eleggere il nuovo Primo Ministro. Da un lato il presidente in carica Najib Razak e dall’altro Anwar Ibrahim. Per l’italiano medio, due perfetti sconosciuti. Questo dovrebbe servire come metro di misura, quando taluni vanno gridando: “Il mondo intero ride di noi!”. Forse si immaginano il mondo come un paesone fatto di intellettuali costantemente preoccupati della scena politica italiana. Resterebbero di stucco se sapessero che quanto l’italiano medio sa sul conto del Presidente della Malesia, è esattamente quanto il malesiano medio sa del Presidente italiano. Il dilemma politico italiano dell’ultimo lustro è infatti questo. O si vota per quello che si porta a letto le escort o si vota per quello… a proposito, chi è il leader dell’opposizione in Italia? In Malesia almeno hanno la possibilità di scegliere. Da un lato, Anwar, è stato accusato di – udite udite – sodomia. Che per la legge islamica (non in vigore in Malaysia, ma chiesta a gran voce da alcuni stati federali) è un crimine grave quasi quanto l’omicidio. Dall’altra parte, Najib, è accusato di aver prima stuprato, poi ordinato l’omicidio di una modella mongola. Giusto per capirci, non si tratta di una modella con sindrome di Down, le modelle mongole sono infatti il fiore all’occhiello della moda asiatica: alte, slanciate, pelle color perla e lineamenti elfici. A confronto con le macchine del fango nostrane, che spruzzano un po’ a destra e un po’ a sinistra, la campagna elettorale malesiana ha introdotto la produzione industriale di fango con tonnellate di accuse. Tutte vere? Chissà! Certamente l’intellettuale malesiano non va in giro a gridare ai quattro venti: “Il mondo intero ride di noi!”. Piuttosto, con lo spirito di Sandokan, sospinto dai quattro venti grida: “Andiamo avanti!”.
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