Rutamatt (raccoglitori di rottami)

de0f1ae94b9a4e2296acb6c94d8390c1_big Nell’Italia diventata ricca c’erano i rutamatt (raccoglitori e venditori di rottami). All’inizio collettavano metalli e li rivendevano alle fonderie, poi, pian piano cominciarono a smontare pezzi e parti di impianti o macchine (intese anche come veicoli) e innescarono il circuito virtuoso del riciclo. Pezzi di impianti rimontati con costi ridicoli rispetto al nuovo, quindi possibilità di costruire/rifare anche con pochi soldi. Io, come molti, li ho frequentati e grazie a loro sono nati tanti prototipi di impianti. Mi sono venuti in mente guardando il giornale dove immancabilmente troneggiava Renzi. Già, conosciuto dai più quando si propose come rottamatore, ora che governa è diventato frequentatore dei rutamatt che erano stati (a parole sue) i sui primi clienti. I rottami (della politica, dell’economia, delle banche, della finanza) sono in bella mostra aspettando un “acquirente”. Io quando li compravo sapevo che erano validi per il prezzo che li pagavo, ma quando potevo, compravo il nuovo, più affidabile e più moderno. Era la necessità a farmici andare. Anche per lui è la stessa cosa, evidentemente. Lui ci trova maggioranze a simmetria variabile (tanti giri di parole per dire puntelli di una maggioranza inesistente). Ci trova vecchi amici (o amici di amici) che. rimessi in sella, gli (spera) saranno riconoscenti. Trova nulla-sapienti che campano di politica e sottobosco della medesima, che, sperando in un reinserimento, sono disposti a seguirlo sinché ha il potere. Lui, d’altra parte, come i rutamatt, sa parlare un solo linguaggio. Loro quello dei soldi. Lui quello del potere. La domanda che troppi dovrebbero farsi è: ma Renzi, nato rottamatore, cosa ha rottamato? Il suo partito sicuramente, che ormai non ha più nessun mitocondrio non dico del trisavolo, ma neppure del nonno. Altro non mi pare. Il potere economico è sempre lo stesso (basta guardare la vergogna del cambio di AD in Unicredit e della “buonuscita” che si beccherà Ghizzoni). Le riforme, buone o cattive, sono sempre pasticciate e raffazzonate e questo genera mostri e conflitti tra le leggi. Quindi un vuoto legislativo. Gli squilibri remunerativi sono rimasti tali. Nessuno ha realizzato una seria spending review,da almeno qualche centinaia di miliardi. Nessuno ha tagliato stipendi da favola, nessuno ha intaccato pensioni d’oro. E le briciole distribuite, come copertura hanno l’aumento del debito. Le mafie continuano a comandare. I concorsi reali continuano a mancare. I posti di lavoro nuovi solo una bufala che scoppia in mano a panzoni di nessun valore, buoni solo a distruggere il mondo cooperativo per giocare con la finanza. La corruzione non cala e l’economia sommersa (evasione fiscale) viene messa nel PIL (invenzione craxiana per farci sorpassare la Gran Bretagna). E lui e le sue guardie del corpo (in senso letterale spero per lui) continuano a raccontarci che rottamano e non che acquistano rottami. Ma d’altra parte: non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. A che pro non vogliamo sentire, ecco questo proprio non riesco a spiegarmelo. Ma d’altra parte sono tante le cose che non ho mai capito degli italiani votanti. Non vorrei, anche se molte premesse ci sono, che la fine del tutto fosse quella prevista da Forchielli e pubblicata su questo sito.

 

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