Questo è il tempo del rifarsi, più che della rottamazione inaugurata da Renzi, che poi tanto rottamazione non è, vista la liaison politica del premier con Berlusconi e Verdini. Rifarsi invece, è sicuramente lo sport più praticato dagli italiani: ad esempio rifarsi una verginità politica cambiando casacca, per indossare quella del vincitore, dimenticando così in un colpo solo il proprio passato. Rifarsi una nuova vita: quanti uomini, nel mezzo del cammin, cambiano moglie, prendendone una con la metà dei loro anni (portafoglio permettendo), mettono al mondo più o meno un paio di nuovi pargoli, invece di fare i nonni, il tutto per sentire scorrere ancora nelle vene la linfa giovanile.Qualche esempio famoso? Montezemolo, Passera, Fini, il compianto Luciano Pavarotti, Leonardo Del Vecchio, Luciano Gaucci, Julio Iglesias, Michele Placido e via discorrendo. Certamente i sopracitati tengono un portafoglio a fisarmonica, ma il cambiamento avviene anche nelle classi meno abbienti, magari con l’età della sposa inversamente proporzionale alle possibilità economiche del marito (più sono basse, più sale) e con minor codazzo di pargoli da mantenere. Allora tutto sommato, rifarsi viso e tette da parte di molte donne di mezza età e non solo, è ormai pratica comune e semplice da attuare in tutte le fasce economiche, anche dai maschietti (tette escluse of course), disposti a mangiare pane e cipolle pur di raggiungere l’obiettivo. Solo che, mio Dio, il gusto estetico di certi personaggi non fa onore alla loro fama di maestri dell’eleganza, prendi Roberto Cavalli, Donatella Versace, Renato Balestra, che sfoggiano volti usciti non dalla clinica estetica, ma dalla casa di Frankestein. Per non parlare dei labbroni di Valeria Marini e Alba Parietti, degli zigomi di Sabrina Ferilli e Marina Berlusconi e di tutti gli inestetismi provocati a chi dovrebbe apparire più giovane e bello, ma certamente più bello di prima non è. Ritocchi sì, ma naturali, “cari” luminari della chirurgia estetica, o voi beati che non sentite la crisi! Disoccupati invece sono i restauratori del legno, del marmo, della pietra, delle tele antiche e degli affreschi che cadono a pezzi in importanti luoghi artistici e siti archeologici della nostra penisola, si dice per mancanza di fondi. Quello sì, sarebbe il più bel “rifarsi” del nostro Paese, una nuova vitalità del turismo, oltre che una rinnovata bellezza dei nostri tesori. Allora, ministro Franceschini, magari col supporto di Sgarbi, proceda senza indugi con filler e lifting… alle Belle Arti!
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