Nel periodo più cupo della irrilevanza politica dei cattolici italiani, mentre Renzi inzia il suo estremo e discusso tentativo laico, mentre Papa Francesco sta tentando la sua grande controriforma, ci sembra significativa, per aiutarci a riflettere, non ad arrendersi, questa antica preghiera greca
“Bisogna riuscire a disarmarsi. Io questa guerra l’ho fatta, per anni ed anni.
È stata terribile. Ma ora, sono disarmato. Non ho più paura di niente perché “l’amore scaccia la paura”.
Sono disarmato dalla volontà di spuntarla, di giustificarmi a spese degli altri.
Non sono più all’erta. Gelosamente aggrappato alle mie ricchezze. Accolgo e condivido.
Non tengo particolarmente alle mie idee, ai miei progetti.
Se me ne vengono proposti altri migliori, li accetto volentieri. O piuttosto, non migliori, ma buoni.
Lo sapete, ho rinunciato al comparativo…Ciò che è buono, vero, reale, ovunque sia,è il meglio per me.
Perciò io non ho più paura, quando non si possiede più niente, non si ha più paura.
“Chi ci separerà dall’amore di Cristo?”.
Ma se ci disarmiamo, se ci spogliamo, se ci apriamo al dio uomo che fa nuove tutte le cose,
allora è Lui a cancellare il passato cattivo e a restituirci un tempo nuovo dove tutto è possibile”.
(Atenagora, Chiesa Ortodossa e futuro ecumenico. Dialoghi con Oliveir Clèment. Brescia 1995, pp. 209-211)