Petaloso

1257858018_882641087 E’ da un po’ di tempo che penso che in Italia ci siamo bevuti il cervello, ma non solo in Italia, visti i problemi e le tragedie planetarie. Noi ce lo siamo bevuti in particolare per le stupidaggini che ci inventiamo, che non fanno danni, è vero, ma indicano il livello basso in cui siamo caduti. Un bambino ha coniato il termine petaloso: tutti i giornali ne hanno scritto, si è scomodata l’Accademia della Crusca, che ha dichiarato la possibilità di introdurlo nella lingua italiana. Persino il premier Renzi lo ha già utilizzato, la famiglia del bambino pensa di brevettarlo, o qualcosa di simile…Scusate, non capisco, ma questa volta non mi adeguo. Ho insegnato alle scuole elementari e tante volte i bambini venivano fuori con termini carini, ma non appartenenti al nostro vocabolario. Ai miei tempi si segnavano come errorucci, non certo pari a quelli d’ortografia , ma erano considerati con tolleranza dei piccoli strafalcioni. Oggi no, il bimbo in questione, certo dotato di fantasia linguistica, viene osannato come un genio delle lettere. Scusate, ma allora il piccolo Mozart, che compose musica stratosferica e mostrò talento esecutivo fin dall’età di quattro anni, cosa avrebbe dovuto ottenere in tenera età? Una laurea prescolare, quanto meno. Ma dai, non illudiamo le famiglie e i futuri giovani, che poi appena hanno conseguito una laurea, in particolare in materie umanistiche, se ricevono a malapena un’offerta di magazzinieri, si offendono mortalmente e rifiutano sdegnati, andando a ingrossare i numeri delle statistiche sulla disoccupazione giovanile! Non voglio tarpare le ali al piccolo talento linguistico, al quale faccio gli auguri di massimi successi nella vita, visto che proprio oggi hanno dato la notizia ufficiale della nascita della pizza petalosa. Poi , siccome è stata proposta la nostra italica famosa preparazione come patrimonio dell’Unesco, chissà che, visto che da cosa nasce cosa, il ragazzino non possa concorrere ai prossimi Nobel di Oslo! Però scusate, io continuo a pensare che queste notizie, non la religione, siano soltanto l’oppio del popolo.

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