Pace e armonia nel continuo scorrere

vietnam Un detto francese di epoca coloniale recita: “i vietnamiti piantano il riso, i cambogiani lo guardano crescere, i laotiani ascoltano il riso che cresce.”

E in questa immagine forse sta involontariamente racchiusa l’attitudine dei laotiani a percepire la vita con qualcosa che va al di là dei sensi fisici e che infonde in loro quella pace, calma e accettazione dell’esistenza al di là delle sue mutevoli condizioni.

Entrare nel Laos attraverso il fiume Mekong è già di per sé una esperienza mistica. I paesaggi si alternano ai lati della barca, ma restano sostanzialmente simili a loro stessi, così come l’esistenza umana la quale è un costante mutamento di forme, da quelle esterne alle cellule del corpo stesso, retta però dall’illusione di un “io” costante.

 

Mentre la barca scorre, anche la vita scorre davanti agli occhi dello spettatore. Difficile non sentirsi anni luce lontano da tutto, i ricordi si fanno più distanti nel tempo e una melanconia ti avvolge di fronte all’idea che tutto in questa terra è impermanente e tutto ciò che ami e hai amato, te stesso compreso, è destinato a svanire. Eppure, un istante dopo, quel pensiero drammatico non diventa altro che il fiume stesso: uno scorrere continuo, un dissolversi incessante che nel suo insieme è pace e armonia.

Così, una volta giunto nelle cittadine del Laos, diventa più facile comprendere questo popolo, il cui reddito pro-capite supera di poco i milleseicento dollari annui. In altri luoghi del mondo con livelli di povertà anche inferiori esiste criminalità diffusa, o quantomeno tentativi di trarre vantaggio dai turisti con offerte e mercanteggiamenti di varia natura e più in generale, una maggiore tensione e sforzo per inventarsi la vita. In Laos no. I laotiani sono estremamente accoglienti, se hanno una ciotola di riso sono onorati di condividerla con te viandante in casa loro, nessuno ti disturba per le strade e persino al mercato stanno seduti e attendono il cliente, senza sbracciarsi o dimenarsi per attirarlo.Si potrebbe dire che i laotiani realizzino il loro karma con piena accettazione, che un popolo in cui l’istruzione è un privilegio assai raro, abbia acquisito nei secoli una singolare forma di saggezza verso la vita. Non vi è passività, né rassegnazione nel loro modo di vivere, ma è come se comprendessero che le loro azioni si fondono in un disegno più grande, e così come la pianta non cresce senza il combinato disposto di acqua, sole e altri elementi, così l’agire umano non è sufficiente a portare frutti se il disegno del cosmo non coopera in tal senso.

Nel Laos non vi è nulla di unico che non si possa trovare in altre parti del mondo, né gli alberi, né le cascate, le colline o i tramonti. Ma l’energia di quelle terre rende tutto diverso ed ogni gesto diventa una contemplazione.

 

 

 

 

 

 

 

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