Ho seguito con interesse la storia dei servizi segreti USA e di Apple. La storia la sapete: i servizi volevano i dati di un i-phone di un terrorista. Si sono rivolti ad Apple per avere il software, ma la mela ha risposto picche. Ne hanno parlato tutti. Le tavole rotonde si sono sprecate. Ma Apple ha detto sempre no. Alla fine, pochi giorni fa, i servizi hanno fatto sapere che il loro personale specializzato era riuscito a craccare il software e ad ottenere i dati voluti. Mi sono fatto due conti: Samsung, Huawei e Asus sono coreane, Lenovo è cinese, tutta una serie di sottomarche (Wiko, Alcatel, Logicom, Archos) sono sempre prodotte nel sud est asiatico. In America è rimasto Lumia (ex Nokia ora di Microsoft) che va malissimo e Apple appunto. Se due più due fa sempre quattro, visto come sta andando ora il mercato (Apple sta soffrendo molto la concorrenza e non è un caso che per la prima volta fa saldi di fine serie – i 5s a 350 euro) perché non montare un super spot che rilancia la marca nazionale proprio verso quel mercato che pretende segretezza (politici e terroristi, che poi a volte sono intercambiabili)? Detto fatto, con buona pace di tutti. Tranne che mia e vostra. Perché? Perché vuol dire che ormai ce la cantano e ce la suonano a loro piacimento e noi continuiamo a ballare come gli orsi da fiera di tantissimi, ma non troppi, anni fa. Balliamo a comando, compriamo a comando, viviamo a comando. Ma questa è vita? No, è solo un palliativo, un placebo. Se vi va bene, perché credete che almeno così vi evitate guai più grossi, vi ricordo che molti di questi guai ce li hanno procurati loro, con la loro politica dissennata o per i loro sporchi interessi. Se vi state stancando di farvi raccontare brutte favole, o peggio, barzellette indecenti, allora è meglio che cominciate a pensare con la vostra testa e che spegniate la scatola maledetta, dove quelli che chiacchierano lo fanno solo per i loro splendidi stipendi, garantiti da qualche politico o potentato di turno.
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