Dal 1o gennaio di questo anno le competenze della ex-provincia di Roma sono passate a un nuovo ente locale, la Città metropolitana di Roma Capitale.
Già nel corso del mese di giugno, l’ente ha promosso un’iniziativa volta ad incentivare gli interventi di ammodernamento e sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento nei piccoli comuni sotto la sua giurisdizione, iniziativa che sarà proposta nuovamente dal 1 al 31 ottobre.
Il progetto consiste nell’offerta di contributi per l’istallazione di nuove caldaie, con l’obiettivo di contrastare il continuo peggioramento delle condizioni ambientali nei centri urbani della provincia.
Il riscaldamento domestico, insieme con il traffico automobilistico e le attività industriali, è tra i principali responsabili dell’immissione nell’atmosfera di sostanze nocive per la salute umana e dannose per gli ecosistemi naturali.
Senza addentrarci troppo nel grande tema dell’inquinamento cittadino, è possibile comprendere come la crescita di questo problema non stia nemmeno accennando a rallentare, prendendo in considerazione i dati raccolti dal progetto Viias.
Questo progetto, voluto e finanziato dal Ministero della Salute, ha concentrato le sue attenzioni proprio sull’inquinamento presente nelle piccole e grandi città italiane, analizzandone gli effetti sulla salute dei cittadini. Dallo studio sono emersi molti dati preoccupanti. Come atteso, il divario esistente tra l’industrializzazione delle regioni del nord e quella delle regioni del sud può essere ravvisato nella diversa entità delle problematiche causate dall’inquinamento. Se, in media, nelle regioni settentrionali, l’aspettativa di vita dei cittadini viene ridotta di 14 mesi dall’esposizione agli inquinanti presenti nei centri urbani, al sud questo dato si riduce a 5,7 mesi, quasi 3 volte di meno.
Considerando il paese nel suo insieme, emerge che ogni anno circa 30.000 persone muoiono a causa di patologie legate alla contaminazione ambientale. Questa cifra equivale al 7% circa dei decessi totali. Se questi dati non fossero sufficienti a fornire un’idea dell’entità del problema, si può anche considerare il notevole impatto che l’aumento delle patologie delle vie respiratorie ha sul Sistema Sanitario Nazionale: il peggioramento delle condizioni ambientali si traduce inevitabilmente in una crescita del numero di persone affette da patologie più o meno gravi, che nel loro insieme vanno a pesare in maniera considerevole sulle finanze pubbliche e, di conseguenza, sulle tasche di ogni cittadino.
Le iniziative volte al contenimento dell’inquinamento dell’aria non vengono, dunque, intraprese solo nel rispetto delle indicazioni della comunità europea o nell’ottica di tutelare il patrimonio naturale del paese, ma anche e soprattutto con l’obiettivo di salvaguardare la salute pubblica e ridurre la spesa sanitaria.
Ovviamente, prima di mettere in cantiere un intervento di sostituzione di una caldaia obsoleta, sarà opportuno accertarsi di rientrare negli aventi diritto a questo contributo.
Innanzitutto, va detto che il rimborso non è destinato a tutti i comuni della provincia capitolina, ma solo a quelli con un numero di abitanti pari o inferiore a 40.000 unità.
Per le persone che risiedono in un centro urbano che soddisfi questa condizione, il consiglio è quello di rivolgersi ad un’impresa che si occupi di progettazione, realizzazione e manutenzione di sistemi di riscaldamento. Le ditte specializzate possono aiutare il consumatore nella compilazione della domanda di rimborso e nella gestione dei lavori. Per alcuni professionisti del settore, il servizio di assistenza non si esaurisce con il solo controllo della caldaia: verranno forniti anche dei consigli utili per l’utilizzo di un sistema di riscaldamento che non sia nocivo per l’ambiente e la collettività e che abbatta i costi della bolletta. A tale proposito, consultate un sito di esperti in assistenza caldaie che operano nella zona di Frascati nel totale rispetto dell’ambiente.
Per ottenere questo particolare contributo, sono richiesti diversi requisiti e alcuni di essi variano a seconda che si consideri il caso di un’utenza singola, o di più utenze che vivono all’interno dello stesso condominio, condividendo l’impianto di riscaldamento.
Nel caso delle abitazioni indipendenti è necessario che:
- la caldaia da sostituire abbia più di 10 anni;
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la nuova caldaia soddisfi i requisiti di elevato rendimento e limitata emissione di inquinanti;
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il nucleo famigliare presenti un ISEE non superiore ai 30.000 euro;
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il vecchio impianto sia in regola con gli interventi di manutenzione e con le rispettive auto dichiarazioni.
Realizzare questo investimento sfruttando gli incentivi può rivelarsi una mossa molto conveniente. Il rimborso ricevuto potrà arrivare ad un massimo di 800 euro per le singole utenze e di 2000 euro per i condomini. In più, l’ammodernamento degli impianti garantirà consumi minori e, di conseguenza, un sensibile risparmio sulle bollette del gas.