Sere fa è comparsa da Formigli quella perla di giornalista che risponde al nome di Alan Friedman. Il solone targato USA spiega a tutti i giornalisti presenti come si fa il mestiere e s’incazza pure, solo perché vuol parlare una lingua (l’italiano) che parla male e capisce meno. Questo signore è l’esemplificazione di come i figli non sono come i padri, ma sul cognome possono stracampare. Il padre è lungo da spiegare, ma per questo c’è wikipedia, il figlio è nu piezz’e core e allora, tutti qualcosina gli pubblicano, ma Pulitzer non ne vede, a meno che non vada a casa d’ altri. Giratta il mondo e siccome gli piace magnà e beve, come dicono a Roma, sta volentieri da noi, che paraculi, lo paghiamo anche.
Facciamoci del male, diceva Moretti. Ora è lanciatissimo a spiegare come Napolitano ha fatto cose turche e che deve andare a casa. la Santanchè, smesse le magliette e le scarpe basse, è ritornata allo svenevole, nonché allusivo pigiama in raso anticato, plaude e diventa costituzional capace. Becchi non becca e si adegua alla sua barba (autocitandosi diventa barboso), Gomez è come la sua faccia : tondo e piatto come una striscia di Charlie Brown. Zucconi invecchia peggio di suo padre, che aveva verve e carica, lui è da troppo tempo comodamente assiso. Una noia mortale, un parlar del nulla. Napolitano da sempre ha fatto politica e figuriamoci se smetteva solo perché era Presidente della Repubblica, che poi mi dite quale dei nostri pregressi presidenti non la fece?
All’inizio favorì il Banana a comando, pardon, su suggerimento di Baffino, poi, e qui lo capisco, cambiò cavallo, visto che il citato cainano, occupato in cene eleganti e telefonate alle questure, dello spread poco si caleva e meno ancora dei moniti della BCE. Qualcuno doveva occuparsi anche di far fronte alle sollecitazioni che venivano dall’estero. Non bastava far le corna nelle fotografie e fare apprezzamenti sulle forme delle Cancelliere tedesche. Ci voleva qualcosa di più, e Napolitano era politico tanto abbastanza da occuparsi di quello che avrebbe potuto capitare e si è cercato uno da cui poter comprare l’ombrello per non bagnarsi, se fosse piovuto.
Volevo chiudere, ma non reggo, qui sono tutti ubriachi e secondo me, non solo di parole. Ricordo un bellissimo filmato in cui gli scimpanzé mangiavano frutta matura da un enorme albero, tanto matura da aver cambiato lo zucchero in alcool, l’albero era in cima a una collina e gli scimpanzé barcollavano, rotolavano a valle. Quello era splendido da vedere, questi sono impietosamente penosi, hanno qualche annetto e si mangiano le parole in bocca, chiosano, si alleano con geometrie variabili, solo per pavoneggiarsi. Lasciamo poi perdere gli interventi da filmato regimental come le cravatte, tutti sul crinale del posto acquisito e da qui se ne capisce il valore. Sono accomunati da buoni tessuti, ottimi pellami, capelli ben curati e levigate epidermidi.
Il dramma è che in questo teatrino tutti fanno finta di credere. Occhio, perché qui quello che guadagna meno sta sui 200.000 euro l’anno lordi, meno, forse, Becchi. Sono bravi? Sì, a menare la polenta, che poi mangeranno con i tordi (noi) fatti allo spiedo.
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