Siamo in un angolo di provincia della Carolina del Nord. Sin dalle prime pagine del romanzo si respira l’atmosfera perbenista e borghesuccia che si vive in tanti luoghi degli States.
Lo scenario si apre su uno di quei saggi scolastici di fine anno in cui vengono fatti recitare gli allievi, e da cui l’autore finge di pescare gli ingredienti della storia che racconterà nelle pagine seguenti-
Tutto appare all’inizio del tutto banale e scontato, tanto da farci dubitare che da quei primi materiali Gurganus possa sviluppare una trama attraente e saporita
Il protagonista-narratore – presente con la moglie per assistere alla prova della loro figlia-, su consiglio della consorte, decide di indagare su una coppia di belli e giovani genitori presenti al saggio della loro figliola, sperando di trovare su internet materiali sufficienti per costruirci, appunto, una storia.
E questo materiale viene fuori, convincendolo a raccontarcela.
L’eccellente Gurganus riesce quindi, con poche pagine, a farci sprofondare dentro un buco nero che, dalle placide acque di quell’ambiente soporifero senza sussulti, finisce per immergerci in una dimensione da tragedia greca, con tanto di cittadini della località in cui si svolgono i fatti nella parte del coro greco che commenta gli eventi.
La storia ruota intorno alle vicende di due coppie i cui mariti sono amici dai tempi di scuola, con relativi figli, famigliari e conoscenti
Su un apparente quadretto idilliaco di relazioni familiar-amicali, piombano, come fulmini a ciel sereno, eventi che ne sconvolgeranno la vita.
Sullo sfondo la comunità’ che,appunto, come un coro greco ne commenta l’evoluzione.
Ciò che rende stimolante la lettura delle poche pagine di questo bel romanzo, che ha dato l’occasione alla migliore critica americana di confermare il giudizio ammirato sull’autore, è la tessitura con cui viene costruito questo doppio binario tra il rispettabile e conformistico trantran quotidiano di gente che non ama essere mai disturbata dall’incontrollabile, e la violenta irruenza dei fatti che irrompe su quell’ambiente; fatti che accadono loro malgrado ai protagonisti del racconto.
Proprio come esige la fatalità essi ne sconvolgono le vite, disfacendone, con fulminei giochi d’incastro , la paziente tela tessuta per difendersene.
Dopo, niente sarà più come prima. E chi può dire se l’arrivo della tempesta non sia una delle tante deviazioni necessarie alla rigenerazione?
Allan Gurganus è nato in quella Carolina del Nord in cui le vicende del libro è calato. E’ nato nel 1947. E’ uno stimato allievo di John Cheever.
Nel 1991 scrive il best-seller “L’ultima vedova sudista vuota il sacco”, ai primi posti sul NewYork Times per oltre otto mesi di seguito.
Partecipa alla guerra del Vietnam come Marine. Studia poi, ottenendo una prima e una seconda laurea e quindi si dedica alla scrittura .Pubblica nel 1913 questo “Non abbiate paura” che il New York Times segnala tra i primi cento libri dell’anno.
“Non abbiate paura” di Allan Gurganus
(Fandango ed. ,pag 125, euro 12)