Il corpo, il sudore e il sangue, le pulsioni, le repulsioni.
Dai corpi parte Marco Porru -cagliaritano che vive a Roma-, nel suo romanzo “L’eredità dei corpi”.
La vicenda si svolge a Cagliari, città poco frequentata dalla letteratura.
Una città solare, piena di mare, di stagni, di spiagge e di magnifiche vedute dai bastioni del quartiere alto di Castello. Di questo carnale e denso sapore mediterraneo sono fatti i personaggi del libro. Rosaria, non bella né giovanissima, fa da madre al figlio della sorella che è confinata in una casa-ricovero per malati di mente; Raniero, il nipote è un gracile quindicenne pieno di impietosi noduli lungo tutto il corpo, Gabriele il suo più caro amico,alto e bello, odia il padre con il quale è da sempre in guerra. Intorno ai tre personaggi principali, ne ruotano altri, altrettanto essenziali per la storia.
Tutti, con l’abile scrittura dell’autore, ci vengono addosso con i loro corpi, gli odori che emanano, le gestualità, l’interrelazione impalpabile ma potente che generano. Rosaria cerca amore e sesso, ma finisce per innamorarsi del molto aitante Gabriele , verso il quale ha un’attrazione inconscia Raniero.
La storia si svolge tra il paesino vicino alla città, dove vivono i personaggi, e Cagliari , epicentro di tutto. Il milieu è quello di una piccola borghesia suburbana confusa e ansiosa. L’evolversi di questo intreccio sentimentale parte con un lento movimento in crescendo che avvince chi legge, conducendolo negli oscuri meandri della psiche dei personaggi -di tutti i personaggi-. Psiche che, anziché essere dominante sul corpo, sembra qui essere circoscritta e dominata dal corpo e ne segna il percorso suo malgrado.
Raniero è preso totalmente dai suoi noduli e la reazione degli altri ne condiziona la vita e le relazioni con gli altri, anche con il suo caro amico.
Gabriele, sicuro di sé con le ragazze, è succube della tenera amicizia con Raniero e della sua rabbia incontenibile verso suo padre, e le sue relazioni con le ragazze sono tormentate. E Rosaria, forse il personaggio meglio segnato del libro, soffre e si tormenta per il suo innamoramento sbagliato per Gabriele, che non le consente di vivere con piacere i rapporti con uomini che, ormai smaniosa di sesso, si va a cercare chattando.
Tutti finiscono per sbattere su porte che paiono invalicabili. Finché accade qualcosa che costringerà tutti a prendere coscienza che le porte sono davvero invalicabili. Indimenticabili le bellissime immagini di una Cagliari caotica di giorno, lunare la notte… “L’autobus percorreva lento e stanco le vie del centro della città. Ad ogni fermata ingurgitava gente che lo calpestava, lo ammorbava, lo insultava, eppure non era stato mai cambiato, né gli avevano mai permesso di passare per un’altra strada. Poteva solo ingurgitare la gente di tanto in tanto, senza però scegliere chi tenersi o meno”.
Così i personaggi sembrano fuscelli trasportati di qua e di là dai venti e dalle correnti marine, immersi in una solitudine di cui non hanno neppure piena consapevolezza, incagliati in un vortice da cui sembrano essere sopraffatti. Tutti sembrano brancolare nel buio in una città che pare disfare le relazioni cui faticosamente si aggrappano. Marco Porru è nato nel 1979 , è impegnato nel cinema e, tra l’altro è stato lo sceneggiatore di un film “I bambini della sua vita”, per il quale l’attrice Piera Degli Esposti, ha vinto il “Globo d’oro” l’anno scorso.
Questo romanzo ha partecipato -arrivando in finale- al Premio letterario Italo Calvino, ed è il suo romanzo d’esordio. Marco Porru “l’eredità dei corpi” (Ed. Nutrimenti, pag. 301,euro 18).
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