L’incidente di Simoncelli, troppo giovane per morire

Domenica 23 ottobre 2011, Marco Simoncelli moriva durante il Gran Premio della Malaysia. Domenica 23 ottobre 2011, io compivo 23 anni. Mi sono alzata serena la mattina del mio 23° compleanno. Erano circa le 11.30. Sono scesa in cucina e ho bevuto il caffè con mia madre. Negli stessi istanti io diventavo più grande e Marco Simoncelli smetteva di crescere. Attorno alle 12.15 ci siamo messi in macchina per andare al pranzo di famiglia organizzato per festeggiarmi. Sullo stradone che collega Reggio Emilia alla bassa reggiana ci sono sfrecciate accanto una decina di moto, i “Bikers della domenica”, veloci, aggressivi, spericolati. Una passione per gente che ama divertirsi rischiando. Marco Simoncelli non andava in moto solo per passione, ci lavorava sulla sua moto. Aveva fatto della sua passione e del rischio il suo mestiere. Non solo lui: tutti i piloti vivono di questa atmosfera. Ci vuole coraggio per vivere su una moto, ci vuole coraggio per gareggiare, ci vuole coraggio a morire così giovani. Più o meno a metà del pranzo qualcuno nomina Marco Simoncelli, con aria triste. Chiedo come mai e vengo a conoscenza di quanto è successo. Rimango colpita, non di più. La cosa non mi sconvolge subito. Penso alla sfortuna, al fatto che forse tutti i piloti mettono tacitamente in conto che “potrebbe capitare”, un mio pensiero corre veloce alla madre di Marco Simoncelli: lei non sta abbracciando suo figlio dicendogli buon compleanno, come sta facendo mia madre con me. Al ritorno, ad un tratto, mi accorgo che sto piangendo. Lacrime pesanti mi colano sul viso. Non capisco come mai, non so niente di Marco Simoncelli, nè di nessun altro sportivo morto tragicamente in gara, ma piango e non so cosa mi abbia preso. Non capisco la morte di un ragazzo di 24 anni sull’asfalto, in diretta, lontano da casa sua, mentre vive la sua passione. Non si può morire di passione. Non si può credere che diventi la tua rovina, la tua fine. Mi fa rabbia. Perché era giovane, perché stava solo lavorando, perché inseguiva un sogno, una vittoria. Chissà come avrà festeggiato Marco Simoncelli il giorno del suo 23° compleanno. Senza sapere che era solo il penultimo.

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