Che cosa si può dire sulla libertà in oltre 600 pagine di un romanzo che si intitola proprio con questa difficilissima parola, oggetto di millenari tentativi di interpretazione da parte di filosofi, poeti, storici, giuristi, teologi?
E’ questa la ragione per cui ho affrontato con diffidenza la lettura di questo romanzo di Jonathan Franzen, che è stato un caso letterario in America in questo decennio e che il “Telegraph” ha definito “Il grande Romanzo Americano”
Dato per scontato che il concetto di libertà appartiene per intero alla natura umana e alla vita degli uomini .come individui e come società cui appartengono e in cui vivono le loro vite, Franzen adotta un grimaldello che lo esonera dal parlarne esplicitamente facendocene invece respirare la complessità per raggiungerne almeno il sapore , attraverso la storia di un matrimonio nella desolante società americana contemporanea.
Party e Walter si sposano. Media borghesia che cresce in una piccola cittadina, dove ipocrisia e regole di convivenza moraleggianti dominano la vita di tutti i suoi abitanti.
Hanno due figli Joey e Jessica. Walter ha l’amico del cuore, Katz ; un musicista rock sfigato ma che raggiungerà infine un grande successo
Patty è fortemente attratta da Katz, ma sposa Walter che le ispira sicurezza per la sua estrema dedizione a lei e per la sua “bontà”.
Intorno a questi personaggi, e in particolare a Walter (che sarà il vero protagonista del romanzo)
si sviluppa una serie vorticosa di avvenimenti, imprevedibili rispetto al soporifero e scontato vissuto che ci viene rappresentato nella prima parte del libro.
Tutti dediti alla strenua lotta inconsapevole per conquistare spazi di libertà, essi si rivelasno sempre di più anime chiuse fondamentalmente in se stesse, spesso egocentriche, dedite a cercare di avere dagli altri, quello che loro non sanno dare.
Walter è un appassionato della natura, un ambientalista convinto, che riesce ad invischiarsi in un affare speculativo, da cui lui crede di cavar fuori un’oasi di protezione per un particolare uccello in fase di estinzione. Ne uscirà sconfitto e troverà il suo nome sul New York Time, che ne distruggerà per sempre la luminosa carriera.
Patty è stata una grande atleta, le cui capacità agonistiche vengono letteralmente ignorate dai suoi genitori. Soprattutto dalla madre, un’attivista del partito democratico.
Impossibile anche solo dare per accenni i tanti eventi di una trama complessa che l’autore riesce a creare: una vera e propria saga che gira tutta intorno alle vicende famigliari dei coniugi, con i suoi sempre sospesi sentimenti di amore -odio, di comprensione e incomprensione,e dei numerosi comprimari di cui la narrazione è ricca confusi.
I ruoli giocati e vissuti in modo incerto e “sospeso” in quanto mariti o mogli, padri o madri, figli, amanti, nonni, zii, vincenti o sfigati.
Resta tuttavia centrale, lungo tutto il romanzo, il matrimonio tra Patty e Walter, il lungo, doloroso percorso che ne accompagna l’evolversi attraverso un infinito dedalo di vicoli ciechi, di ipocrisie inconsce, di infelici rapporti con gli altri: sopratutto con i figli e le loro spasmodiche ricerche di libertà da genitori così ingombranti.
Le vicende si snodano in diversi luoghi: New York, colleges universitari, paesaggi a volte squallidi, altre voltelussureggianti, come la tranquilla casetta su un lago, ereditata dai genitori di Walter.
Ognuno dei contesti nei quali Franzen porta i suoi personaggi, sembra specchiare le diverse condizioni di disagio o di serenità di cui sono portatori, riuscendo così ad intrecciare il rapporto subalterno tra contesto oggettivo e soggettivo in modo da farci intendere che non esiste un mondo esterno se non come specchio del nostro vissuto.
Con lentezza noi lettori cominciamo così, attraverso vicende che sono pane quotidiano nella vita di ognuno di noi, a percepire il senso delle energie -positive e negative- che l’impulso a noi congenito alla libertà consumiamo e che genera irrazionalmente molte nostre scelte, determinando il flusso dei nostri giorni. Come se fossimo immersi in un mare apparentemente tranquillo e sicuro, non fosse per il gran numero di picchi affioranti e pericolosamente acuminati.
La libertà, sembra dirci l’autore, è qualcosa a cui non possiamo rinunciare; ma, a volte, pretende proprio rinunce tanto dolorose quanto necessarie per vivere e non morire.
Jonathan Franzen è stato sempre pubblicato da Einaudi. Ha scritto “Le correzioni”, “Forte movimento” “Zona disagio” e altri romanzi.
E’ nato in Illinois nel 1959. Dal suo romanzo “Le correzioni” è stato tratto un film.
“LIBERTA” di Jonathan Franzen
(ed. Einaudi, pag. 645 euro 14,00)
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