Bello, bellissimo, se vogliamo, il concerto di Vasco Rossi l’altra sera a Modena, il più grande al mondo nella storia del rock, con la partecipazione di oltre duecentoventimila fans, Un enorme Mc Donald’s, prodotto di fruizione di massa, dal sapore decadente, per l’ età dell’artista ed evocativo di un tempo passato, appunto un anniversario. Meglio di niente, vien da dire, non avendo noi come popolo un’unità nazionale, mentre ci stiamo ipotecando il futuro, in un’Italia che quasi non esiste più. Grande organizzazione della città di Modena e sfida, vinta, al terrorismo, che ha dimostrato di voler devastare anche i grandi assembramenti di folla, Tanto coraggio, da parte dei partecipanti, in questi periodi dove la paura e il panico si possono scatenare per un nonnulla, vedi i fatti di Torino durante la finale di Champions. Tante persone in viaggio per l’evento, in cammino verso la Mecca della musica, rito collettivo che rappresenta una religione per molti. Provare un’emozione unanime, scandire tutti insieme le parole delle canzoni più amate, essere protagonisti assieme al Vate di turno, rappresenta per tanti giovani e non solo, una celebrazione da non perdere, ben più della frequenza alle chiese per le sacre funzioni. Sì, i templi si svuotano, mentre gli stadi si riempiono: i Profeti sono i cantanti, i campioni di calcio, sembra che solo loro possano trasmettere il Verbo, superati unicamente da Papa Francesco, quando si reca nei paesi più poveri, dove il fervore religioso è ancora forte. E allora, tutta questa energia, questa voglia di partecipazione, come sarebbe bello poterla incanalare nei lavori socialmente utili, avere buoni vati della politica che facessero credere ancora in un futuro migliore e lavorassero per conseguirlo, partire tutti in soccorso dopo una calamità naturale, magari sollecitati proprio dai rockers-guru. Non sono mai stata fan di Vasco, né di Ligabue, da giovane ho partecipato a concerti in formato ridotto, allora i cantanti si esibivano alle feste dei partiti, non amo le adunate oceaniche, ma per questo evento trovo positivo almeno che il popolo( rock) italiano abbia dimostrato di sconfiggere la paura del terrorismo, non fermandosi davanti al richiamo di una delle proprie indiscutibili icone, insieme ai più giovani, i quali,però, nel celebrare Vasco, sono ancora alla ricerca della voce simbolo della loro generazione.
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