Le mostro la casa su Skype

Nel mondo ci sono due forze che vanno a braccetto e a volte si combattono. Non è che sempre l’una abbia torto e l’altra ragione. Però devono trovare un buon bilanciamento.

La prima è la forza del fare, l’altra è la forza della burocrazia. Quest’ultima può essere necessaria “in caso di”, ma è come sabbia buttata nel motore. C’è chi per mentalità la tollera e chi come il sottoscritto, non la capisce mai. Io vorrei fare sempre tutto e subito.

C’era un episodio in cui Steve Jobs chiedeva ad Obama di semplificare le burocrazie per far ottenere i visti agli ingegneri stranieri che voleva assumere in Apple e di fronte alle obiezioni del Presidente sulle difficoltà a fare approvare simili leggi in parlamento, il CEO di Apple gli disse qualcosa del tipo: “tu continui a dirmi le ragioni per cui non puoi fare una cosa invece di farla!”.

Così io sono un po’ preoccupato quando vedo dei giovani che ragionano in “burocratichese”, aspettano approvazioni varie, fanno riunioni per tutto, invece di fare. E si badi che fare vuol dire rischiare pure di fare un casino. Ma io preferisco il fare.

Così mi ha fatto sorridere un piccolo aneddoto. Cercando un appartamento a Manhattan, un’ affittuaria mi ha scritto: “temo che per quella data (tre giorni dopo) lo avrò già affittato, quindi mi serve qualcuno che si impegni da subito. Se vuole le faccio fare un tour dell’appartamento via Skype!”.

L’episodio per me racconta in modo fantastico la mentalità newyorkese: frenetica, pragmatica e informale.

E in fondo per me è anche un’ottima filosofia di vita: la vita è oggi, in quarantotto ore mediamente va via un appartamento di New York, ma può andare via anche la nostra esistenza stessa in molto meno. E allora non c’è tempo da perdere, né in chiacchiere, né in formalismi tecnici o interpersonali. Ventiquattro ore sono un sacco di tempo, per chi ha voglia di viverlo così: frenetico, pragmatico e informale.

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