La scabrosa vicenda di Lapo Elkan ha fatto velocemente il giro del mondo, vuoi per il luogo famoso in cui si è svolta, la Grande Mela, vuoi per la fama del personaggio, rampollo di una delle più iconiche famiglie industriali europee, e pure per i contorni pruriginosi, che attirano morbosamente i tabloid, in particolare quelli italiani. L’ironia, a dire il vero soprattutto nel web, si è sprecata, mettendo il personaggio in una luce sinistra, per le cose poco chiare, successe dall’altra parte dell’oceano, e facendolo passare come un babbeo per colpa della ingenua ma pericolosa simulazione di un sequestro. Bisogna dire che l’esposizione mediatica è frutto anche del modo con cui il rampollo della famiglia Agnelli ha scelto di stare sul palcoscenico dell’esistenza: atteggiamenti eccentrici, che nella migliore declinazione lo avevano portato a percorrere la strada dell’imprenditoria nel campo della moda. Quindi non perdeva mai l’occasione per mostrarsi con un abbigliamento anticonformista nelle fogge e nei colori, alla guida di automobili colorate alla stregua degli abiti stravaganti. Sempre accompagnato da belle ragazze, a volte presentate come l’ultima fidanzata di turno, vuoi modelle di successo, vuoi giovani aristocratiche. Per questo motivo, quando si è sempre sotto i riflettori e la vita viene condotta affinché parlino di te, non si può invocare la discrezione dei massmedia, se finisci nel tritacarne mediatico per comportamenti non ortodossi. Ovviamente tutti vogliono dire la loro: ho sentito più o meno autorevoli opinionisti segnalare il fatto della dabbenaggine del finto sequestro. Ma ci rendiamo conto di come può agire uno sotto l’effetto degli stupefacenti? Ogni comportamento può essere alterato e tutte le fantasie, anche le più strambe sono possibili, immagino. Certo, alla famiglia Agnelli, questa pecora nera deve pesare non poco, al punto che qualcuno ha pure insinuato sull’anomalia della mancanza di guardie del corpo da parte di Lapo, che in qualche modo lo avrebbero protetto da qualsiasi genere di incidente occorsogli, quasi un’accusa al fratello “bravo” e manager di successo( ma tu vedi se non avesse avuto Marchionne nel percorso industriale,,,), reo di volerlo mollare al suo destino. Tante ne sentiremo nei prossimi giorni e altri fiumi di inchiostro verranno versati su questo giovane fragile, viziato, superficiale, creativo e trasgressivo, dotato della fortuna, o dell’handicap, dipende da che parte la si guardi, di appartenere alla famiglia Agnelli, la Famiglia per antonomasia del ventesimo secolo, protagonista anche del ventunesimo. Di una cosa siamo certi: le trasgressioni di Gianni e Umberto potevano essere coperte, il povero Lapo invece vive in una piazza grande come il mondo.
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