Le tragiche vicende di Parigi hanno fatto passare sotto silenzio la morte di Jonah Lomu, scomparso a 40 anni a causa di una grave malattia renale, che lo ha afflitto per metà della sua vita. Pur non avendo vinto molto, Lomu è stato uno dei più grandi giocatori di rugby, miglior marcatore in coppa del mondo, con 15 mete nelle due edizioni che riuscì a giocare 95 e 99. Originario di Tonga, nacque ad Auckland ed esordì a 19 anni, nel ’94, diventando subito il giocatore simbolo dei mitici All blacks. Alto 1,96 pesava 120 kg, ma correva i 100 metri in meno di undici secondi. La malattia gli fu diagnosticata dopo la coppa del 95 e lo costrinse a fermarsi per due anni, tornò nel ’99, poi nel 2004, un amico gli donò un rene, ma non poté tornare il giocatore della leggenda. Nonostante la malattia, Lomu non si è fermato, ha giocato la sua partita più difficile fino alla fine, cercando di segnare quell’ultima meta alla sfortuna, purtroppo senza risultato. In un mondo pieno di eroi di carta, di icone fasulle, fa piacere ricordare un grande giocatore e un uomo vero. In fondo ripensandoci bene Jonan l’ultima meta l’ha segnata ed è entrato nel cuore degli uomini giusti e nella leggenda.
Devi accedere per postare un commento.