In Italia, più sei stupido più hai successo

C’è la fuga dei cervelli, certo. Dicono che sono attratti da migliori stipendi o maggiori opportunità che l’estero offre. O forse stanno innanzitutto sfuggendo a un sistema imperniato sulla stupidità?

Analizziamo la questione da un punto di vista scientifico. Secondo Darwin, le migliori probabilità di sopravvivenza le hanno i più “adatti” all’ambiente e quindi l’intelligenza, la capacità di discernimento e apprendimento, dovrebbe in teoria consentire un migliore adattamento ad un ambiente.

Questo però è valido solo in un ambiente dove si suppone che la stupidità sia in minoranza. In un ambiente dove la stupidità fosse maggioritaria, l’intelligenza diventerebbe un tratto destinato a soccombere, uno svantaggio.

Applichiamo quest’idea ad un esempio tratto dalle teorie di probabilità matematica, “il dilemma del tennis”.

A te e a due amici viene offerto di utilizzare – indipendentemente – un campo da tennis. Ognuno, senza comunicare preventivamente con gli altri, deve decidere se giocare nel campo A per 45 minuti o nel campo B per 60 minuti. Ovviamente, se tutti e tre giocaste nello stesso campo, vi ritrovereste a dividerlo, giocando per 2/3 del tempo ciascuno. Se uno di voi scegliesse un campo diverso dagli altri due si ritroverebbe da solo e non potrebbe giocare a tennis, mentre gli altri due giocherebbero per tutto il tempo.

Quindi, che campo scegliere?

Ovviamente il campo B! Visto che tutte le condizioni sono uguali, il campo B è quello che offre più tempo. Supponendo che anche gli altri due abbiano scelto il campo B, ciascuno potrebbe farsi 40 minuti di tennis. Ora, se un solo individuo scegliesse stupidamente il campo A, si ritroverebbe da solo, non potrebbe giocare, mentre gli altri beneficerebbero di 60 minuti di tennis.

Ma cosa accade se la scelta stupida diventa quella maggioritaria?

Tu giustamente scegli il campo B. La maggioranza, ossia gli altri due, scelgono stupidamente il campo A. Ecco che tu ti ritrovi da solo senza giocare, ad occupare inutilmente il campo migliore, mentre gli altri giocano in quello da minor minutaggio.

“Ma che cavolo avete combinato?”, gli dici. “Scegliere il campo A è da stupidi, il B ha un quarto d’ora in più!”.

“Ma quanto tempo avremmo giocato scegliendo il B?”, ti rispondono.

“40 minuti ciascuno!”.

“Ma noi ne abbiamo giocati 45!”.

Chi è ora lo stupido?

Ecco, siccome non ci vuole un raffinato sociologo per comprendere come la stupidità in Italia sia maggioritaria – del resto è promossa su ogni mass media, lo humor più pecoreccio è quello che tira di più, Biscardi fa ascolti da decenni e Bonolis è universalmente considerato un mezzo genio – si può comodamente comprendere che nel “brutto paese” il cervello non solosia svalutato (tant’è che nella classifica delle parti del corpo rilevanti per far carriera è certamente messo male), ma anzi sia una zavorra, un handicap.

Ovviamente l’adattamento darwiniano è strettamente legato anche alla selezione sessuale, quindi non stupisce che un analfabeta uscito dal reality “Tamarreide” ad oggi abbia più possibilità di riprodursi di un intellettuale, perciò la stupidità come tratto dominante è destinata alla vittoria.

Tutto questo spiega anche l’impressione serpeggiante che mi assilla (e che svanisce quando sono all’estero) per cui essere mediocri, intrallazzarsi, essere pazienti e leccaculo, confondersi nel branco senza spiccare (e suscitare invidie), alla fine paghi sempre di più che l’essere brillanti, rapidi, attivi. I mediocri, gli stupidi, in questo paese sono la maggioranza e gli piace intrupparsi nei loro circoletti. E se siete intelligenti peggio per voi, avete scelto il campo sbagliato e vi ritrovate senza compagni con cui giocare.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.