Sono stato negli USA e ancora una volta ho imparato come il detto “historia magistra vitae” serve soprattutto per capire il passato, e poca cosa non é. Lo stile di vita americano è figlio della formazione di quello Stato : reietti europei, mandati in terreni non sempre ospitali, ma con immense risorse, hanno conquistato, letteralmente, il loro spazio vitale sottraendolo ai nativi e con metodi che definire spicci è un eufemismo. Hanno poi “importato” manodopera a costo circa zero (negri) e sono stati gli ultimi ad abolire la schiavitù, nonostante la loro Costituzione sia la prima moderna. Hanno fatto una guerra fratricida per abolirla, ma la ragione vera era trasformare una nazione di agricoltori e allevatori che scimmiottava l’Inghilterra di cinquant’ anni prima, in una nazione industriale. Logico quindi che il mito americano sia quello del self made man. L’uomo che approfitta di tutte le occasioni per elevarsi, soprattutto economicamente. Regole quasi zero e una buona dose di autosostentamento contro influenze esterne. Il tutto però alla luce del sole : le lobby sono lecite, la massoneria espone le bandiere e se chiedete di visitarne la sede, è probabile che ve lo permettano e le armi sono vietate solo se nascoste. Il sociale, come lo intendiamo noi, è delegato alle associazioni caritatevoli e allo Stato, ma quest’ultimo te lo fa pesare e ti tiene al limite della sussistenza. Le associazioni sindacali sono sempre state viste come fumo negli occhi e molte volte infiltrate dalla malavita organizzata, anche per i metodi che adottava. L’istruzione pubblica è scadentissima e quella privata costosissima. Ci sono borse di studio, non sono scemi, sanno di aver bisogno non solo di figli di ricchi, ma anche di persone capaci e intelligenti e ci sono prestiti sulla parola per chi vuol andare all’università. È una nazione organizzata con un sistema duro, al limite della violenza, ma le regole sono chiare. La prima parte può non piacere, la seconda ce l’augureremmo tutti. Se girate vi rendete conto che la cosiddetta middle class da quelle parti è ridottissima e che è facile passare da benestanti a poveri. Perdere il lavoro è un dramma, avere un lavoro in cui ci si può permettere di pagare mutua e pensione, oltre ad un dignitoso tenore di vita, una meta. Troverete gente che fa due e anche tre lavori per pagarsi la casa, per far studiare i figli, o semplicemente per campare. Ma difficilmente, tra chi lavora e non vive di sussidi, troverete rabbia. In un Paese per definizione multirazziale ci sono scoppi di violenza, magari particolarmente acuti, ma non percepiti dalle persone come una costante. Da noi c’è un terrore continuo per il diverso, che può essere il rom o l’immigrato o il terrone o semplicemente lo sconosciuto. Da loro no. Vivono più rilassati, tutte le scuse sono buone per farsi un barbecue con gli amici o i vicini. Eppure, mediamente, sono più poveri di noi. Ma il loro modello di vita si traduce in associativismo, formare gruppi, da noi, per un cattivo innesto sulla nostra cultura ha portato la parte peggiore, lo stare da soli, il vivere tutti come nemici, non come avversari = competitors, in cui vince il migliore, anche nel senso di chi ha scelto un percorso migliore del nostro. Per questo che girando, si incontrano tantissimi cognomi poco americani nei posti di comando. Perché NON ci sono cognomi americani, ci sono solo cognomi.
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