Nel mondo di Steve Jobs, nella santificazione dell’elettronica, il concorso di coloro che accudiranno alla crescita culturale della nazione (i presidi) è arrivato all’epilogo. In modo conseguente. I concorrenti sono andati, hanno ricevuto un elenco “telefonico” di domande (carta riciclata, scritto piccolo, con margini ridicoli), hanno avuto un foglio (uguale per tutti) con 100 numeri corrispondente a una delle 5750 domande, hanno cercato delle domande, letto le quattro risposte, scelto quella giusta e “segnata” con un pallino nella casella opportuna.
Questo ve lo avevo già raccontato come l’ultimo sistema medioevale europeo per selezionare dei menager (presidi) pubblici.
Pensavo fosse finita. Mi illudevo. Siamo alla correzione. Ora se ho delle schede “otticamente” leggibili, mi bastava metterle in un lettore ottico ed in 10 minuti avevo il risultato. No. Dicono che non ci sono soldi e la correzione si farà a mano. Ma non proprio a mano, per eliminare i possibili errori umani, hanno comprato dei lettori ottici manuali, quanti non è dato sapere, ancormeno se costino più di un unico lettore automatizzato. Quindi dopo 10 giorni dalla chiusura del concorso, solo 8 regioni (i candidati erano divisi per regione) hanno dato i risultati finali.
Non voglio neppure entrare nel merito se questo sia un sistema per truccare le carte, lo credo fermamente, ma solo perché sono vecchio e di concorsi truccati ne ho visti una montagna.
No, mi interessa capire come si fa ad essere così insensibili alle forme della modernità e della produttività. Come ci possiamo permettere di gestire in questa maniera un concorso per selezionare personale direttivo e non capire che ci qualifichiamo come retrogradi, inadeguati, inutili.
Come sempre sarebbe facile prendersela con la ministra Gelmini, no stavolta è il caso di mettere in luce anche tutto lo staff che ha gestito questo obbrobrio. Dovremmo chiederci chi ha messo in piedi tutto questo baraccone, chi lo ha approvato, lo ha portato alla suddetta, che poi ha firmato (mi pare un atto di manzoniana assonanza “ e la sciagurata rispose”). Qui mentre la cara (quanto ci costi!) signora annuncia che frenerà la diaspora dei cervelli con 56 milioni di euro alla ricerca per ricercatori sotto i 40 anni, e tutti a discutere se sono pochi o sufficienti -visti i chiari di luna- si consuma l’ennesimo “pasticciaccio brutto” di un ministro con tutte le caratteristiche della modernità (giovane, donna, del nord).
Modernità di facciata e non di sostanza. Non basta essere pupilli del Cavaliere per fare bene, avere uno staff efficiente e rimanere nel programma di governo. No, qui siamo in un nuovo format di Endemol: ministri allo sbaraglio. E noi come alla fine del girotondo, tutti giù per terra.
Devi accedere per postare un commento.