Giocare

 Giocare fa bene ai bambini, e li aiuta a crescere, a socializzare, ad inventarsi strategie. Giocare ai militari non fa niente, ma a noi fa tanto male. La storia é piena di esempi citabili, ma continuiamo a lasciarli giocare. Forse perché pensiamo che la condizione ludica sia positiva. Dobbiamo raffreddare il cervello e ricordarci che quando un grande giocherella tutto il giorno, diciamo che é un frescone, che proprio il massimo non é. Così capita anche per i militari, che poco seri sono, basti pensare a come si vestono per le grandi parate (i generali russi sarebbero uno spasso con quelle mostrine che gli coprono metà giacca, se non fosse che ogni piccola pezzetta ci racconta di morti). Ma già anche all’Accademia li conciano da cretini (mettetevi all’uscita di quella di Modena e ditemi voi che cosa sputa quel portone). Sospetto che queste divise antiquate, ridicole, fatte di piumette, mantellette, spadini, siano un modo per indurre un senso di inferiorità in chi le porta che poi scoppierà in un senso di superiorità verso il mondo. L’addestramento militare che mille film americani ci hanno mostrato é l’annullamento della personalità, la lobotomizzazione. E allora questi signori invece di preparare la guerra per mantenere la pace ( si vis pax para bellum, ma anche loro predicavano bene, ma razzolavano malino), fanno la guerra dicendo che é per ristabilire la pace, quella vera, quella che vuole chi li dirige. Di qui il concetto di esportazione della democrazia. Come se fosse democratico far crepare i propri cittadini per mancanza di cure mediche da giovani e di mancanza di mezzi (niente pensioni) da vecchi. Questa é la democrazia che si vuole esportare, insieme ad arsenali di armi libere per ognuno per difendersi, ma che poi alla fine servono solo per offendere. Ma di questo nessuno di loro si cura. l’importante sono le affermazioni di principio: difensore, democrazia. Aver fatto guerra e colpi di stato in tutto il mondo non occidentale, e questo DOPO la seconda guerra mondiale, non dice niente a nessuno. Aver avuto una guerra fratricida in casa propria 150 anni fa, in cui sono morti tra il 5 e il 10% della popolazione totale, anche questo non vuol dire niente. Aver utilizzato armi chimiche su popolazioni inermi (napalm in Vietnam) quarant’anni fa, anche questo non vuol dire niente. Combattere l’estremismo islamico in quasi tutti i paesi islamici tranne in quelli da cui provengono l’80% dei terroristi (Arabia Saudita), anche questo non vuol dire niente. Ma i generali giocano, noi paghiamo, e chi li dirige é soddisfatto, perché poi noi, ospiti paganti, siamo contenti se vinciamo una guerra o se almeno finisce e smettiamo di morire. Già perché poi a morire non ci vanno i militari con i cimieri, ci vanno i poveri cristi che non trovando un lavoro ed essendo troppo onesti per fare gli spacciatori o i rapinatori, finiscono per arruolarsi quindi nelle guerre dei militari. Sembrerebbe una cosa così facile da capire, ma vedrete che saranno in pochi che la pensano come me, i più troveranno i distinguo per continuare a fare le guerre, perché non c’erano (e fortunatamente neanch’io, ma me lo ricordo per i troppi racconti) quando le bombe le tiravano in testa anche a noi.

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