“Fuori dal gioco è un libro che mi sembra così lontano e irreale, pare scritto in un’altra lingua, in un altro mondo, ma è il mio segno distintivo, la mia cifra artistica, quasi il mio onore. Non è un libro, è un simbolo di misteriosa lealtà fuori dal tempo, una serie di liriche che mi commuove rivedere dopo tanti anni. Sono contento che possano venire lette dai cubani di un’altra generazione”, scrive Heberto Padilla nel 1998, due anni prima di morire. Heberto Padilla (Pinar del Rio, 1932 – Alabama, 2000). Il suo più importante libro di poesia è Fuera del Juego (premio Julián del Casal, concorso UNEAC, 1968), ma vanno citati anche i precedenti: Las rosas audaces (1949) e El justo tiempo humano (1962) e i successivi: Provocaciones (1973), El hombre junto al mar (1981), Un puente, una casa de piedra (1998).
Padilla scrive anche due romanzi come El buscavidas (1963) e En mi jardín pastan los héroes, (1986) e un saggio autobiografico come La mala memoria (1989). Di Heberto Padilla niente risulta edito in italiano, a parte un’esaurita (e ormai fuori catalogo) edizione Mondadori de Nel mio giardino pascolano gli eroi. Fuera del juego è il simbolo della disillusione rivoluzionaria, il libro che mette a nudo tutte le menzogne del castrismo e che mostra il vero volto della dittatura. Heberto Padilla è uno dei poeti contemporanei più importanti in lingua castigliana. Nel 1967 si trova al centro di una polemica ideologica a causa del suo libro Fuera del juego. Nella primavera del 1971 il mondo conosce il Caso Padilla, una grande farsa montata dalle autorità culturali cubane che ricorda i processi sovietici, durante i quali gli intellettuali di prestigio, principalmente poeti e scrittori, venivano costretti a ritrattare le loro opere in una sorta di autocritica pubblica.
Il Caso Padilla è la prima ferita aperta della Rivoluzione Cubana e la prima vera crisi attraversata dal “paradiso comunista”. Heberto Padilla viene demolito dai membri dell’UNEAC (Nicolas Guillén in testa) che seguono alla lettera le indicazioni di Fidel Castro che lo definisce “un uomo ambizioso, iscritto al cenacolo dei poeti e degli intellettuali da salotto con il solo interesse di elevarsi in una società decadente”. Le opinioni internazionali sul Caso Padilla si dividono. Il caso Padilla provoca una rottura tra gli intellettuali della sinistra mondiale e la Cuba castrista. Ci sono proteste e pressioni da parte di intellettuali come Jean-Paul Sarte, Carlos Fuente e Mario Vargas Llosa. Padilla chiede a Castro il permesso di lasciare il paese, ma gli viene negato.
È soltanto grazie alla pressione di Sartre, Simone de Beauvoir, Alberto Moravia, Mario Vargas Llosa, che, nel 1980, Padilla viene liberato e autorizzato a lasciare il paese. In questo stesso anno conclude il romanzo En mi jardín pastan los heroes, che viene tradotto in sette lingue, persino in italiano (Nel mio giardino pascolano gli eroi, Mondadori – purtroppo fuori catalogo). Nel settembre del 2000, Padilla muore negli Stati Uniti, in una stanza di hotel dell’Alabama, per un infarto cardiaco. www.infol.it/lupi
Fuori dal gioco – di Heberto Padilla
Edizioni Il Foglio, 2013 – Pag. 160 – Euro 12
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