CITTÀ DEL VATICANO, 23 aprile 2014 – Papa Francesco ha un nuovo segretario particolare. Si chiama Yoannis Lahzi Gaid. È un sacerdote egiziano, di rito copto, appartenente al servizio diplomatico vaticano. Personaggio dal curriculum insolito. Autore, nel passato, di dichiarazioni molto critiche nei confronti dell’Islam.
Gaid prende il posto del maltese Alfred Xuereb, che Jorge Mario Bergoglio aveva ereditato un anno fa da Benedetto XVI e ora ha destinato all’incarico di prelato segretario della neonata segreteria per l’economia. Egli affianca l’altro segretario particolare del papa, l’argentino Fabián Pedacchio Leániz, che mantiene anche il ruolo di officiale della congregazione per i vescovi.
La scelta di Gaid, come in genere quelle dei segretari particolari, non essendo una nomina formale, non è stata resa pubblica in modo ufficiale. A darne notizia per primo è stato il sito Vatican Insider, la scorsa settimana.
Gaid, nato nel 1975, ha frequentato la pontificia accademia ecclesiastica e nel 2007 è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede. Inizialmente destinato alla nunziatura di Brazzaville in Congo, vi è rimasto meno di tre anni. Nel marzo 2010 è stato trasferito a quella di Iraq e Giordania. Ma lì la sua permanenza è stata molto breve. Nel luglio 2011 infatti è stato destinato alla rappresentanza pontificia di Nuova Delhi, ma prima che il trasferimento in India diventasse operativo è stato trattenuto nella prima sezione della segreteria di Stato, in un ufficio di scarsa importanza, quello delle onorificenze, di solito riservato al personale non diplomatico.
Ma Francesco l’ha potuto apprezzare sia come suo coinquilino nella residenza di Santa Marta, sia come interprete durante gli incontri con interlocutori di lingua araba. Gaid è anche il prelato che durante le udienze generali del mercoledì rivolge i saluti nella lingua del Corano.
Il nuovo segretario del papa ha avuto tra i suoi estimatori il suo conterraneo egiziano Magdi Cristiano Allam, giornalista e scrittore musulmano convertitosi al cristianesimo e battezzato in San Pietro da Benedetto XVI il 22 marzo 2008, da qualche tempo divenuto molto critico nei confronti di una Chiesa a suo giudizio troppo arrendevole nei confronti dell’Islam.
Nel suo libro “Grazie Gesù. La mia conversione dall’Islam al cattolicesimo”, pubblicato da Mondadori nell’anno del suo battesimo, Allam scrisse a proposito di Gaid:
“Una menzione particolare merita padre Yoannis Lahzi Gaid, egiziano, per anni viceparroco della chiesa di Santa Domitilla a Latina e attualmente segretario della nunziatura apostolica nel Congo-Brazzaville. L’ho conosciuto a Roma dopo che per anni mi aveva espresso la sua amicizia e la sua solidarietà. Da profondo conoscitore della realtà dell’Islam così come è effettivamente nella mente e nei cuori della maggioranza dei musulmani, e non come lo vorrebbero spacciare taluni mistificatori e dissimulatori che si fanno beffe dell’ignoranza, dell’ingenuità, del buonismo e della collusione ideologica dell’Occidente, padre Yoannis condivide pienamente le mie posizioni sull’Islam e mi è stato fraternamente e cristianamente vicino nei momenti in cui la bufera mediatica, orchestrata in modo strumentale all’indomani della mia conversione per screditarmi e diffamarmi, aveva toccato l’apice”.
A tal proposito Allam citò un’intervista del 31 marzo 2008 in cui Gaid affermava:
“Ho cercato di essere sempre l’amico che rispetta la religione diversa dell’altro senza avere paura di dire la verità o di sottolineare che il cristianesimo è una chiamata alla libertà. E quando Magdi mi chiedeva dei copti in Egitto, non nascondevo le immense difficoltà che vivono i cristiani in luoghi dove la maggioranza è musulmana. Una difficoltà che non arriva da alcuni integralisti, ma da una cultura di morte e di violenza basata su frasi ben chiare che citano e chiamano alla violenza e alla jihad, cioè a uccidere tutti i diversi, a uccidere la libertà della coscienza. Basta pensare diversamente per essere condannato a morte”.
Nel 2010, inoltre, dopo la strage di capodanno nella chiesa dei Santi di Alessandria d’Egitto, Gaid replicò pubblicamente alle dichiarazioni del grande imam della moschea di Al-Azhar, che aveva condannato come una interferenza negli affari interni dell’Egitto le parole di Benedetto XVI all’Angelus di domenica 2 gennaio. Dichiarazione che segnò la rottura da parte egiziana del dialogo tra Al-Azhar e Vaticano, faticosamente riattivato solo di recente.
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