Folklore

untitled In questa landa sperduta ai confini della civiltà, in Italia dico, non si trova gente civile che prende una posizione, assume un impegno e, forte delle sue idee, cerca di comunicarle e di diffonderle.

Qui si preferisce il folklore, la kermesse, a noi piacciono i colori, le allusioni.

 Non si fanno movimenti di idee, qui si organizzano i vaffa day (con decine di migliaia di partecipanti a botta), si movimentano i forconi e il popolo delle quote latte (con decine di micromanifestazioni contemporanee), alla  fine arriva immancabilmente il corteo sindacale con le solite consunte bandiere e i soliti non consunti podisti (fanno solo l’ultimo miglio, il resto, bus o auto “parrocchiale”).

Naturalmente il folklore attira i fini politici come la m. le mosche, tutti tentano di annetterseli, memori di come è nata l’Italia: Garibaldi rischiava e Vittorio Emanuele annetteva. Salvo poi ripensarci se il sentiment sondaggiato popolare non è d’accordo, magari perché ha perso un treno bloccato dai manifestanti.

Anche il governo è folklore, già il NCD ha presentato un simbolo che pare una presa per i fondelli (confermata peraltro dalla presentazione stessa che in parrocchia sanno fare di meglio) e poi i due, ma spiegatemi chi è la volpe,  continuano a roboare che ora si fa sul serio, che non ci sono più scuse e che vedrete…. Per la verità il vedrete devono averlo preso da Sergio Endrigo che è sempre al futuro futuribile e non al domani che ha il torto di diventare oggi il giorno dopo. Per quella data hanno lasciato le tasse di prammatica, non sia mai che ce ne privino.

Intanto l’Italia si stacca dal continente come in un bellissimo libro di Saramago (la zattera di pietra) e tutti i giorni siamo un po’ più africani. Forse lo facciamo per venire incontro ai clandestini che tra breve non dovranno prendere i barconi, basteranno gli autobus dove già oggi nessuno paga più il biglietto.

Da noi ci sono le maschere, da altre parti no, da noi è vanto letterario un libro di denuncia (io spero che me la cavo),  ogni anno 300.000 minorenni abbandonano la scuola e non cercano/trovano lavoro,  cascano i muri di Pompei e gli studenti non fanno neanche cinque minuti di sciopero e neppure si propongono di andarli a rattoppare durante le vacanze, da noi si pagano centinaia di milioni di ore di cassa integrazione e quando ci sono disastri nella stessa provincia o città, non un cane (sindacati ad esempio?) cerca di organizzarli per dare una mano, no, rimangono –se ci sono- all’asciutto sul divano a guardare la tele, da noi uno sciopero, un corteo, un avvenimento sportivo è occasione per cazzeggiare, insultare, fare danno, provare il brivido di spaccare una vetrina o tirare un sasso ad un poliziotto, da noi i poliziotti solidarizzano con i manifestanti e nessuno gli chiede indietro almeno la paga di quel giorno (a me pare sciopero).

Poi ci sono dei cretini come il sottoscritto che crede ancora che non tutto sia perduto e che la solita vecchia storia di Eduardo De Filippo valga ancora:  ha da passà a nuttata.

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