Dignità

Ogni volta che vedo una puntata delle Iene, mi domando come sia considerato al giorno d’oggi il concetto di dignità.

Il programma di Mediaset è uno dei pochi che ci racconta la realtà nuda e cruda quale è, non filtrata da una lente di lustrini ed ipocrisie. E in una sola puntata ad esempio ho visto: un millantatore che cercava ragazze come “fidanzate da mantenere” ed una ragazza che andava comodamente a farsi “testare” gratuitamente, perchè lei e il fidanzato insieme non guadagnavano abbastanza e quest’ultimo si è pure fatto carico di accompagnarla all’incontro. Tutto questo lo raccontava con estrema naturalezza. Poi ho visto un’altra ragazza che sceglieva di prostituirsi senza aver prima provato a cercare un lavoro, per quanto possa essere difficile trovarlo. E ho visto medici occultare alle famiglie l’esistenza di una cura gratuita per i propri figli in pericolo di vita, per proporre un intervento a pagamento.

E allora mi sono domandato cosa sia il concetto di dignità dell’essere umano. Perché un conto è vivere in condizioni di indigenza. Un conto è rischiare di morire di fame, avere magari la famiglia ostaggio in un altro paese, essere vittima delle bande armate, di gruppi di narcotrafficanti, associazioni criminali o regimi assassini, come è capitato nella nostra stessa storia e tuttora capita a milioni di persone nel mondo. E magari prostituirsi, darsi al crimine, usare l’astuzia a dispetto della vita altrui semplicemente per arrivare a domani.

Ma a cosa serve raggiungere un livello minimo di benessere, costruire una società in cui – al di là di quel che oggi si dice – quasi nessuno muore realmente di fame; a cosa serve ottenere dei diritti, una giustizia, sebbene spesso inefficiente, una democrazia seppure imperfetta, se non per consentire all’essere umano di sfuggire alle catene della schiavitù e dei bisogni di sopravvivenza e consentirsi dunque il “privilegio” della dignità?

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