Scomparsi dai vestiti del secondo decennio degli anni duemila, i tessuti fabbricati con le fibre naturali. Quasi introvabili nei cappotti, piumini, maglie e camicie. La lana, il cotone, la seta ed il cachemire, sostituiti dal poliammide, poliestere, dalla viscosa (spacciata per fibra naturale, che naturale non è), dal modal, l’acrilico e chi più ne ha, più ne metta..Le fibre sintetiche costano molto meno di quelle naturali, ma i capi fatti di tessuti sintetici, soprattutto se firmati, non accennano a diminuire i loro costi .Per non parlare della pelletteria: è tutto un fiorire di prodotti in ecopelle, non quella ecologica,la cui lavorazione rispetta l’ambiente, ma la sintetica ( la plastica, più o meno). In omaggio alle vacche sacre dell’India? Macchè, al dio denaro, perché se solo uno dei grandi nomi che hanno fatto la moda nel passato e sono ancora presenti sul mercato, acconsente di apporre la firma su questi oggetti, state sicuri che di euro ne dovete sborsare alcune centinaia.
Stendiamo un velo pietoso poi sulle rifiniture dei capi, ormai esclusivamente prodotti nei paesi dell’Est europeo, quando va bene, perché la Cina e l’ India sono sempre piu vicine, vista la sterminata produzione che moltissime aziende manifatturiere italiane, creano in quei Paesi. E dove mettiamo la città di Prato, degna succursale del (basso) Impero Celeste, che può apporre ancora orgogliosamente la prestigiosa etichetta Made in Italy? Ma, badate bene, non ci si riferisce alle bancarelle dei mercati cittadini, che praticano prezzi assai abbordabili anche per chi si trova in cassa integrazione, o agli store dei concittadini con gli occhi a mandorla.No,le boutiques dei centri storici pullulano di merce di modesta qualità ,dove appunto i tessuti pregiati sono desaparecidos, ma gli zeri che seguono le decine di euro sui cartellini sono ancora in bella evidenza!
E allora,egregi consumatori, è brutto arrivare a simili conclusioni, in tempi di quasi deflazione dell’economia, ma fate attenzione ad eliminare i vostri capi acquistati poche o alcune decine di anni fa, perché potreste rimpiangerli, e poi il vintage potrebbe esplodere ,come l’antiquariato negli anni ottanta, novanta e oltre! E voi che avete buttato un loden di pura lana, un cappello Borsalino datato, o una gonna in tartan, potreste pentirvi amaramente!
Nostalgia canaglia non per il passato (molti di voi non erano ancotra nati), ma per la qualità
Due icone di stile
Per i signori uomini, purtroppo non per tutti