Decisamente casuale e fuori dai canoni tradizionali il mio incontro con questo libro.
Poco tempo fa, una domenica mattina, sono in spiaggia a leggere tranquillamente il mio solito quotidiano sotto un sole avvolgente e discreto.
Noto subito, a pochi passi da me, una ragazza seduta sulla sabbia e completamente assorta nella lettura di un libro.
Rimango sorpreso. Poche volte ho visto una persona così coinvolta in una lettura.
La ragazza ha il viso tirato, il corpo contratto e sembra gesticolare. Più tardi, spinto dalla curiosità, mi avvicino a lei con circospezione e riesco ad intravedere la bellissima foto di copertina.
Un ritratto di giovane donna in bianco e nero. Mi avvicino ulteriormente ed approfittando di una breve pausa, ho la fortuna di leggere anche il titolo: Niente si oppone alla notte. Mi allontano ringraziando e chiedendo scusa con un timido sorriso.
Rien ne s’oppose à la nuit è il titolo originale dell’ultima pubblicazione, un romanzo autobiografico uscito di recente in Italia per Mondadori, della scrittrice francese Delphine de Vigan, autrice di talento che si era già messa in evidenza con Gli effetti secondari dei sogni ed il successivo Le ore sotterranee.
Bella e affascinante, ancora giovane, sigaretta accesa tra le dita, sorriso tenue, malinconico, magnetico e misterioso, sguardo incerto, sospeso e perso chissà dove, forse verso un improbabile futuro luminoso e gratificante. E’ lei, Lucile Poirier, mamma della scrittrice ed immortalata nell’immagine di copertina durante una riunione di famiglia, la protagonista del sorprendente romanzo di Delphine de Vigan. Nel gennaio del 2008, a poco più di sessant’anni, Lucile si toglie la vita, dopo una travagliata esistenza segnata dalla malattia, dai prolungati dissidi familiari, da una dolorosa separazione e dalle incomprensioni con le sue due figlie.
E’ Delphine, la figlia maggiore, a scoprire dopo alcuni giorni il corpo esanime della madre disteso sul letto nel suo piccolo appartamento di Parigi e decide così di dedicarle un libro che non è solo il ritratto di una donna attraente, ammirata, silenziosa, colta ed intelligente, ma è anche la storia (lunga sessant’anni, l’intera vita di Lucile) di una famiglia della provincia francese, numerosa, piccolo-borghese, un po’ stramba ed anticonformista. Una famiglia fuori dagli schemi si, ma di stampo patriarcale.
Lucile è una bambina particolarmente bella, posa per grandi fotografi e partecipa a sfilate di moda ma sembra assente dal contesto in cui vive. Georges è un padre estroso e generoso, ma anche severo, intollerante e temerario, Liane invece è una mamma dolce, affettuosa e sempre presente malgrado la prole numerosa ed esigente. Nella grande tribù dei Poirier i momenti di gioia e di felice condivisione si alternano a disgrazie improvvise, a torbide vicende nascoste e taciute; la vita procede come un fiume in piena, porta via giù tutto, il chiasso delle tavolate in festa e la vivace spensieratezza dell’estate si consumano insieme a prepotenze, abusi e tragiche perdite.
La scrittrice transalpina parte dalla morte della madre per ripercorrere i periodi più salienti di una vita profondamente faticosa ed estenuante, ma non priva di momenti di assoluta fantasia e libertà. Si mette a nudo con grande coraggio, abbandona falsi pudori e descrive in maniera estremamente incisiva ed a volte crudele, il disagio psicologico ed esistenziale della giovane madre, la sua inquietudine, la sua perenne insoddisfazione, la sua incapacità a relazionarsi con i propri fratelli, le sue lotte e le sue derive. La brava autrice apre uno squarcio sulla sua vita intima avvisando più volte il lettore delle grandi difficoltà incontrate nella ricostruzione dei fatti e nella stesura dell’opera, la collaborazione di molti familiari, le soluzioni adottate in alcuni passaggi e quelle non trovate in altri, le omissioni necessarie per rispetto delle persone coinvolte ed anche per la stessa impossibilità di trovare un registro narrativo ed uno stile adatti e congruenti alla storia realmente vissuta.
Niente si oppone alla notte si apre e si chiude con la stessa domanda: si può fermare un suicidio? Delphine de Vigan non trova risposte definitive al suicidio di sua madre Lucile e da qui penso sia nata l’esigenza di scrivere il libro, spinta anche dal coinvolgimento emotivo, dal turbinio dei sentimenti e da un oggettivo senso di colpa e di responsabilità.
A tal proposito ha dichiarato la scrittrice: «Vorrei essere capace di descrivere quel che è successo a Lucile, minuto per minuto, coglierne il momento esatto in cui la situazione è precipitata, esaminare il fenomeno, conoscerne il mistero». La lettura di questo libro richiede uno stato d’animo particolare. E’ una storia che inchioda il lettore, che non propone soste, che provoca e fa riflettere, suscitando contemporaneamente attrazione ed avversione. Un romanzo che è insieme una testimonianza, un atto d’amore, un sincero omaggio di una figlia ad una madre, un abbraccio di riconciliazione.
Il titolo del libro è tratto dalla canzone Osez Josephine di Alain Bashung e Jean http://www.ilmascalzone.it/2012/10/delphine-de-vigan-%E2%80%9Cniente-si-oppone-alla-notte%E2%80%9D/
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