Solito bar, soliti giornali. Apro “La Stampa”. Pubblica un articolo sui concorsi per presidi a tutta pagina. Io ne avevo scritto su F&L dieci giorni prima. Fine della ruota (mia, da pavone). Leggo una cosa che mi colpisce più delle altre: per far preparare da degli esterni 5.750 domande hanno speso 40.000 €. Mi pare una cifra ridicola, circa 7 € a domanda. Mi dicevo: scegli la domanda, prepara quattro risposte credibili, di cui tre sbagliate, ci vuol un sacco di tempo. Così ho chiamato uno specialista del settore e mi ha spiegato che la cifra è giusta, perché la cosa funziona in questo modo: definita la materia della domanda, si prende una frase (risposta esatta) si confeziona la domanda (30 secondi), si riprende la frase (risposta) e se ne confezionano tre, cambiando una parola, omettendone una o aggiungendone un’altra che si apparenti. Totale 3 minuti e allora siccome in un’ora si fanno 15-20 domande diventano 105-140 € l’ora, quindi tutto torna.
Tutto tranne che questa nuova scuola, che doveva aver messo il nozionismo puro alla porta, lo ha fatto rientrare prepotentemente dalla finestra per selezionare quelli che dovranno poi fare applicare programmi didattici antinozionistici.
Io sono vecchio, ho studiato in un altro modo, mi davano dei libri e poi agli esami degli esercizi da svolgere per capire cosa avevo capito. Ora si pretende la “ritenzione” alla lettera della frase.
Sicuramente il nozionismo può servire: per inquadrare un argomento (storia), per fare qualche calcolo, ma non credo che basterà per fare esperimenti e “guidare” i neutrini da Ginevra al Gran Sasso.
Ecco questo mi pare importante: l’illustre ministro Gelmini sicuramente avrebbe potuto “ritenere”, ma non di certo ricercare. I ricercatori (magari precari) forse non ritengono tutte le paroline, ma sicuramente i concetti sì e permettono di far viaggiare i neutrini, di far fare una figura di puteolente materia alla suddetta signora, di far ridere tutto il mondo per i ministri che abbiamo e farli un po’ schiattare d’invidia, perché nonostante tutto, anzi a dispetto di tutte le riforme scolastiche (bipartisan), abbiamo saputo cavalcare i neutrini.
Speriamo che basti per uscire dal “tunnel” del pressappochismo supponente e per entrare nella terra del “si può fare”. A scanso di equivoci, non quella veltroniana.
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