Comprare la felicità con meno soldi

soldi_felicità Abbiamo scritto vari articoli sul benessere, sulla misura in cui avere più o meno opzioni ci rende felici o infelici, o su quanto denaro contribuisca ad aumentare il nostro benessere e oltre quale soglia diventi inutile o addirittura solo fonte di preoccupazione, come in questo pezzo .

In questi giorni ci capitava di riflettere, attraverso questa crisi, su come alcuni aspetti del dover ridurre i consumi, in realtà possano portare automaticamente a un maggior benessere.

Prendiamo per esempio il cibo. Il benessere economico ha portato sulle nostre tavole dolciumi, merendine, prodotti di pasticceria, insieme a Coca Cola, Redbull e l’elenco potrebbe essere infinito. Con un budget più ristretto molte famiglie si trovano costrette a far sparire questi prodotti e mantenere invece frutta, acqua e altri alimenti che in definitiva ci portano a una vita più sana e a un maggior benessere psicofisico, dunque felicità.

Oppure pensiamo al tempo libero. Con un budget inferiore possiamo essere spinti più facilmente a praticare sport all’aria aperta, andare a correre invece che acquistare Sky, il biglietto del cinema o altre forme di intrattenimento passivo, che mantenendoci seduti, peggiorano la nostra condizione psico-fisica e d’umore, come spiegavamo in questo pezzo intitolato “Dieci motivi per buttare la televisione”.

E poi magari insieme all’avere meno soldi, ci potrebbe stare anche la riscoperta degli altri, se è autentica, non come avviene in Italia, dove probabilmente la crisi ha solo esasperato il già onnipresente arrivismo e la voglia di conoscere solo un certo tipo di “altri” ossia quei privilegiati che per potere, denaro o intrallazzo possono risolverci una serie di problemi economici.

Infine il tempo libero, davvero libero dalle catene di confrontare prodotti e merci inutili, che la pubblicità ci ha convinto che servano tantissimo e per cui abbiamo lavorato un sacco di ore, salvo il fatto che poche settimane dopo ci ritroviamo infelici, perché vogliamo un nuovo prodotto, che il vicino di casa nel frattempo ha comprato. Insomma, se mancano i soldi, non vale più la pena di stare a guardare, confrontare per ore, il megapixel in più, i due pollici in meno, la versione turbo o la griffe bordata d’oro. Magari potremmo fare quello che volevamo fare da bambini, molto meno costoso, imparare a dipingere, studiare una nuova lingua su internet, andare in una banca del tempo a scambiare qualche ora con altri individui.

Non restare proprio senza soldi. Ma barattare un po’ di reddito con un po’ di felicità. O libertà, scegliete voi.

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