Canta che ti passa

image No, questa volta non ce l’ho fatta a sintonizzarmi su Rai Uno per seguire il Festival di Sanremo. Alla notizia che avrebbero cantato Romina e Al Bano, un brivido mi ha attraversato la schiena e ho rinunciato alla seppur breve sbirciatina annuale sulla storica gara canora .Carlo Conti ha annunciato che è uno spettacolo per famiglie. Escludiamo intanto i gay, ai quali la Cassazione ha negato lo status di coniugi. La famiglia italiana poi è ormai spappolata: marito e moglie sono spesso ex, i figli non ci sono, mai concepiti o in partenza per altri lidi in cerca di fortuna. Restano i nonni, ma pochi, poichè se ne sono andati a vivere in paesi nei quali, con la modesta pensione, riescono a campare dignitosamente,divertendosi e tuffandosi nei balli latino-americani, che giovano alla salute,  invece di rimbambirsi davanti alla TV. Così anch’io ho rinunciato allo show del duo canoro, alle moine, agli sguardi ritrovati, all’ipocrisia di una coppia che si è amata, poi odiata, poi ritrovata in nome dell’arte e non dei soldi. Al Bano infatti ha reso noto di non averne bisogno, eh già, lui cantante affermato e latifondista pugliese attaccato alle origini, cosa ne fa dei quattrini, con cinque figli e una ex moglie, poi una ex o ancora compagna, si doveva sposare con lei, lui piantato  in diretta sull’Isola dei Famosi, tornerà con Romina, chissà, e giù  fiumi di parole in tv e sui giornali di gossip. Anche dal Festival si vede che siamo rimasti indietro,  in Emilia si dice “come la coda del maiale”, animale che comunque apprezziamo, per la generosità con cui offre tutto di sé, avendo permesso alla nostra terra di ottenere per anni la tripla S, che non è un rating negativo, ma  significava  “sesso, suini e soldi”. Ora anche i suini li importiamo dalla Polonia, perché li ingrassano prima e ci costano meno, così i superbi prosciutti non sono più tali. Digressioni a parte,  devo constatare che, mentre negli Stati Uniti, nella mitica Silicon Valley, si innova e si sperimenta di tutto, con droni e stampanti 3 D (e questo la Rai ce lo fa vedere solo a notte inoltrata, non si sa mai che diventiamo un po’ più evoluti), stiamo ancora a fare trasmissioni bolse, con artisti sfiatati, vedi la Carrà e se dei bravi giornalisti come Iacona raccontano lo stato non buono delle scuole italiane, ricevono tweet di sdegno dal premier e dal suo Giglio Magico. Ma consoliamoci, il presidente del Censis, De Rita, dice che qualcosa si muove: i giovani, sovente dotati di laurea triennale, sono stanchi di vivere con mammà e chiedono soldi per aprire una rosticceria o un bed and breakfast. Poi conclude che per una serie di circostanze positive, l’aiuto di Draghi, il calo del costo del petrolio, l’euro deprezzato che favorisce le esportazioni, la ripresa potrà arrivare anche da noi, ma il quesito è: chi la cavalcherà? Chi di noi italiani avrà voglia di mettersi in gioco, lavorando sodo e rischiando in proprio? A braccio mi vien da rispondergli :solo chi attorno a sè avrà l’ambiente umano, la disposizione mentale dei compagni d’avventura e le condizioni burocratiche favorevoli, cioè troppo pochi.

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