L’altro giorno ho parlato della signora Ilva Sapora, oggi voglio parlare di Giuseppe. Lei i brillanti forse li porta al dito, lui è definito così come matematico. Di cognome fa Mingione, viene da Caserta, ha 43 anni, è ordinario di Analisi matematica dall’età di 33, insegna a Parma, ha un palmares di premi ed encomi da far invidia a moltissimi. È tra i primi matematici al mondo in quanto citazioni. È quello che si dice un cavallo di razza, su cui magari puntare per poter rafforzare la nostra immagine nel mondo. Almeno così a me sembra. Al contrario, lo Stato italiano trova soldi per affidare all’Avut, una società indipendente, la valutazione delle universià italiane. Sacrosanta l’ultima parte, ma le modalità forse non sono delle migliori, visto che alla fine a lui solo per fare ricerca danno una media di circa 3000 euro all’anno. Il Professore dice che all’estero per meno di 250.000 non cominciano neppure e comunque, nonostante la penuria di mezzi, tra il 2011 e il 2014 ha pubblicato 16 lavori da lui ritenuti meritevoli. E ha aggiunto un’altra cosa “io scrivo cose che richiedono tempo per essere capite. Le mie ricerche più citate sono di 15 anni fa”. E qui si dovrebbe aprire un capitolo vero sulla ricerca, sul finanziamento della medesima, su cosa si voglia fare dell’italico genio e se, invece di litigare, non sarebbe meglio accordarci perchè in Europa ci fosse un piano di ricerca comune, senza farsi la forca, ma per contrastare gli altri player mondiali che questa rete già ce l’hanno. Sarebbe un vantaggio per tutti, si selezionerebbe in base al merito e non alla “famiglia baronale” di appartenenza. Capiterebbe magari che Mingione vada a fare un semestre a Parigi e da Londra venga a Parma un altro. Ci mescoleremmo di più, probabilmente in totale spenderemmo meno, ma con risultati incomparabilmente migliori. Pensate ai ciclotroni, nessuno se li poteva permettere sa solo, tutti insieme abbiamo avuto quello di Ginevra prima e quello dell’Abbruzzo poi. Ma soprattutto abbiamo avuto i risultati e il progresso, che poi per rissette politiche siamo riusciti in parte a rovinare. Ricerca unica, è uno dei pilastri del futuro di questo continente e soprattutto dei paesi messi peggio, perchè in questo modo potranno blindare in qualche modo le loro eccellenze. Pena il vederli emigrare per più remunerativi lidi. E noi ne sappiamo qualcosa. Nel frattempo, invece di pagare l’Avut, che poi per inciso è contestatissima un po’ in tutto il paese, magari pagate l’anzianità di Mingione che sicuramente è un logico brillante, ma il motivo per cui gli è stata annullata l’anzianità di servizio, proprio non l’ha capita. E tanto meno digerita. Alla fine vedrete che il boccone amaro toccherà a noi, che lo vedremo partire, che pagheremo le fatture dell’Avut, ma non troveremo un centesimo bucato per la ricerca, soprattutto quella che ci dice oggi cose che capiremo quando magari è troppo tardi.
Devi accedere per postare un commento.