Com’è bello far l’amore (2012)

brizziFausto Brizzi ha inventato un genere: il television – movie, ovvero il nulla fatto cinema, la televisione su grande schermo, lo squallore della fiction replicata all’infinito, infarcita di finto gergo giovanilistico e di situazioni surreali ai limiti dell’imbarazzante. Inutile perdere tempo a redigere la scheda tecnica di un film ridicolo e dimenticabile  – Com’è bello far l’amore – che si ricorda solo per la divertente sigla di testa e per la scenetta metacinematografica dei Fratelli Lumière intenti a girare il primo film erotico della storia.

Brizzi vorrebbe ironizzare sulla commedia sexy, sul cinema porno, sulle pellicole d’autore, sugli italiani che smettono di avere rapporti sessuali dopo anni di matrimonio, sui giovani che si fanno i trombamici. Riesce solo a provocare tanta tristezza in chi guarda il suo cinema e spera di imbattersi anche solo in una trovata degna di una pellicola cinematografica, per poi rendersi conto che sta guardando fiction.

Brizzi è televisione allo stato puro, dai movimenti di macchina alla recitazione, dalla fotografia sbagliata al montaggio compassato, dai dialoghi assurdi (davvero bravo Riccardo Cassini!), alle situazioni da fotoromanzo, con tutto il rispetto per i fotoromanzi. Claudia Gerini è l’unica vera attrice del film, bella e sexy, intrigante, un lusso in un cast di zombie stile Fabio Di Luigi che sfoggia sempre la stessa espressione imbambolata. Per non parlare del mago Forest, Salvi, Filippo Timi (improbabile porno star), Virginia Raffaele (cameriera spagnola), Giorgia Wurth e Alessandro Sperduti. Si salva Lillo (Pasquale Petrolo) come divertente farmacista che spiega il funzionamento di profilattici e anelli dell’amore a un imbranato Di Luigi. Brizzi si è fatto aiutare da Martani, Agnello e Cassini per scrivere una sceneggiatura infarcita di luoghi comuni e banalità, prevedibile e scontata, senza un minimo di suspense.

Da notare che questo film ha goduto di sovvenzioni statali che avrebbero potuto essere impiegati per produrre cinema invece di un pretenzioso spot giovanilistico. Brizzi afferma che il cinema d’autore è soporifero, serve per pomiciare, svuota le sale, fa scappare il pubblico. Il suo non cinema, invece, pare che le riempia. Tutto questo è sconfortante e la dice lunga sullo stato della nostra cultura, anche se un giorno – temo – ci sarà qualcuno che si prenderà la briga di rivalutare Brizzi. Lasciatemi dire non che preferivamo Pasolini e Antonioni – sarebbe troppo facile e pure ingiusto – ma Nando Cicero, certo non cinema d’autore, ma intrattenimento puro, popolare, consapevole del suo ruolo, senza arroganza e pacchiana supponenza.

Com’è bello far l’amore (2012)

di Fausto Brizzi

Gordiano Lupi (Piombino, 1960). Collabora con Futuro Europa, Inkroci, La Folla del XXI Secolo, La Linea dell’Occhio e altre riviste. Dirige le Edizioni Il Foglio Letterario. Traduce gli scrittori cubani Alejandro Torreguitart Ruiz, Felix Luis Viera, Heberto Padilla e Guillermo Cabrera Infante. Tra i molti lavori ricordiamo: Nero Tropicale, Cuba Magica, Un’isola a passo di son - viaggio nel mondo della musica cubana, Quasi quasi faccio anch’io un corso di scrittura, Almeno il pane Fidel, Mi Cuba, Fellini - A cinema greatmaster, Velina o calciatore, altro che scrittore!, Fidel Castro – biografia non autorizzata, Fame - Una terribile eredità, Storia del cinema horror italiano in cinque volumi, Soprassediamo! - Franco & Ciccio Story. Ha tradotto La ninfa incostante di Guillermo Cabrera Infante (Sur, 2012). Calcio e acciaio – Dimenticare Piombino, il suo ultimo romanzo, nel 2014 è stato presentato al Premio Strega. In uscita il romanzo breve Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano e due testi di cinema: Gloria Guida, il sogno biondo di una generazione e Divina creatura - Il cinema di Laura Antonelli. Blog di cinema: La Cineteca di Caino (http://cinetecadicaino.blogspot.it/). Blog di cultura cubana e letteratura: Ser Cultos para ser libres (http://gordianol.blogspot.it/). Pagine web: www.infol.it/lupi. E-mail per contatti: lupi@infol.it