“Se sei mai stato padre o figlio, leggi questo libro. Se hai mai amato qualcuno che non avresti dovuto amare, leggi questo libro. Se guardando il telegiornale ti chiedi perché il Medio Oriente é in rivolta, leggi questo libro.”
Queste parole, a firma di Danny Roszenweig, appaiono sulla quarta di copertina del primo romanzo scritto da Ayad Akhtar, quarantenne americano di famiglia pakistana emigrata negli USA, e già noto in campo teatrale (ha collaborato con Grotoswski) e nel cinema. In realtà il titolo originario del libro è “American Dervish” ed è un titolo più pertinente alla storia che vi si narra.
Il protagonista è un ragazzino di 12 anni che, in prima persona, racconta del fatale incontro con l’amica più cara della madre che si chiama Mina; la quale viene accolta nella sua famiglia, per sfuggire alle ire del marito e alle regole maschiliste della società pakistana in cui ha vissuto, Ma soprattutto per sottrarsi al rischio di vedersi portar via il figlioletto dalla famiglia di lui, secondo le usanze locali. La famiglia di Yalat – é il nome del ragazzino- è musulmana .E Mina lo è. L’ arrivo-di questa donna in America , e il suo soggiorno in quella casa, determina gli avvenimenti che metteranno alla luce le contraddizioni latenti dovute al rapporto tra l’etica e la morale musulmana e il mondo yankee, in cui i personaggi vivono.
A complicare il tutto nasce l’amore tra la bellissima Mina e l’amico più caro del padre di Yalat, Nathan. E’ un medico, come il padre di Yalat ed entrambi collaborano a delle ricerche nell’ospedale in cui lavorano. Nathan è anche ebreo. Apriti cielo! Il padre di Yalat è un miscredente che la professione e la sua vita negli States ha convinto delle terribili conseguenze che crea l’interpretazione del Corano da parte dei suoi connazionali più esaltati e delle distorsioni terribili che genera nelle coscienze di chi ne segue i precetti. E’ continuamente attento ad evitare che il figlio venga coinvolto in questo precipizio, ma con scarsi risultati. E comunque cerca in tutti i modi di tenerlo lontano da quell’ambiente.
La madre di Yalat, più propensa ai compromessi, è tuttavia afflitta dai continui tradimenti del marito e dal suo atteggiamento conflittuale con la comunità di appartenenza E Mina? Mina è la “dervisha”, attenta studiosa del Corano, ma con una forte ricerca spirituale che l’avvicina ai principi sufi. Yalat è anche lui molto legato al Corano, di cui vuole apprendere a memoria le”sure”. Ed è il rapporto che si instaura tra loro a fare da filo conduttore del romanzo. Yalat, non solo pende dalle labbra della “zia Mina”, ma è inconsciamente turbato sessualmente dal doppio fascino che la donna esercita su di lui. Esplodono quindi, come fuochi d’artificio, le vicende attraverso cui l’Autore vuole narrare i tortuosi e contraddittori percorsi che porteranno il nostro ragazzo verso la liberazione dal fardello di precetti, pregiudizi, costrizioni, contraddizioni, che riempiono i giorni della sua pubertà , fino alla soglia del suo diciottesimo anno.
Il New York Time ha parlato di questo libro come di un vero evento letterario. In realtà , a parte Hanif Kureishi ( My beautful Laundrette), raramente si è potuto leggere un così struggente affresco di una comunità musulmana alle prese con il mondo moderno occidentale. La vicenda del romanzo si svolge tutta intorno agli anni 80, cioè prima delle Torri, di Al Queida. Di questa epoca ,non ancora pervasa di contrapposizione isterica tra mondo musulmano e Occidente, si avvale l’Autore, per raccontarci del mondo in cui viviamo, in cui vivono individui, famiglie, giovani in formazione, nell’era della globalizzazione che mette in movimento non solo le merci e il denaro, ma anche le coscienze.
L’identità etnica e religiosa è diventata, in questi nostri anni, una forza irresistibile di cambiamento tra conflitti sanguinosi di cui non si viene a capo. E questo romanzo, la vita privata di alcuni personaggi nella provincia americana, sembra darci più armi per la comprensione di quello che accadrà nei decenni successivi agli anni 80. Per questo le parole di Rosezennweig, sono la giusta dritta per leggerlo con interesse e con il piacere di scoprire un ottimo scrittore, di cui certamente leggeremo altro in futuro
Ed. Mondadori, pag. 325
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