Una teoria sull’abolizione delle banche centrali? Una semplice provocazione oppure uno studio serio sul ritorno al libero mercato della moneta? Fra i maggiori studiosi dell’attività bancaria non regolamentata, il professor Kevin Dowd con il testo “Abolire le Banche Centrali”, pubblicato da “IBL Libri”, presenta la teoria del free banking in modo accessibile a tutti i lettori. Il testo che abbiamo voluto presentare è stato pubblicato nel 1988 (“Private Money. The Path to Monetary Stability”, Londra Institute of Economic A
ffairs). L’edizione italiana del 2009 traduce il testo originale e lo integra con due articoli di Dowd pubblicati in anni più recenti. Una bella prefazione aiuta a contestualizzare i temi trattati nel libro rispetto alle vicende dei nostri giorni, in particolare la gestione della moneta comune europea.
Il cuore della ricerca del nostro autore inglese è la definizione di un modello di standard monetario che consenta l’obiettivo della stabilità dei prezzi. L’alta inflazione conosciuta dalle economie occidentali a partire dalla metà degli anni settanta del secolo scorso è, infatti, l’elemento chiave per comprendere le ragioni di critica di Dowd verso i sistemi monetari a banca centrale. Il controllo del livello dei prezzi e dei tassi di cambio sono divenuti gli argomenti centrali nel dibattito economico a partire dal collasso del Sistema di Bretton Woods nel 1971. Dowd critica aspramente i risultati ottenuti in diciassette anni (scrive nel 1988) di politiche monetarie governative sia in Europa sia negli Stati Uniti.
Il lettore che voglia avvicinarsi proprio adesso al tema del libero mercato della moneta, ha la possibilità, con il testo di Dowd, di conoscere per prima cosa la storia dello standard monetario. A partire dal baratto e fino alla nascita della moneta a corso legale, i riferimenti storici abbondano e sono sempre corredati da citazioni bibliografiche illustri. L’approccio del nostro autore inglese è infatti prettamente empirico. Lo studio delle esperienze del free banking nella storia è il metro di paragone con le imperfezioni del sistema a banca centrale a lui contemporaneo. Gli esperimenti condotti in Scozia e nel New England, rispettivamente verso la fine del diciottesimo e nella metà del diciannovesimo secolo, sono i due episodi più rilevanti nella storia recente che precede l’epoca dell’economia a banca centrale.
Il modello monetario sviluppato da Dowd è descritto molto bene nell’ultimo capitolo del libro: “La mano invisibile e l’evoluzione del sistema monetario”. In altre parole, l’evoluzione storica del sistema monetario nel laissez-faire avrebbe le seguenti caratteristiche. Il sistema bancario sarebbe in grado di emettere passività convertibili in asset finanziari. Tale convertibilità verrebbe accettata dai creditori bancari sulla base della qualità delle attività finanziarie poste a garanzia. La valuta bancaria emessa in questo modo (banconote, assegni, certificati di deposito..) sarebbe ancorata al valore di un paniere di merci (beni o servizi). Il livello del prezzo del paniere fornisce la quantità di asset finanziari in cui è convertibile una unità della valuta bancaria. Strategie di arbitraggio tra la compravendita del paniere di merci e la riscossione della valuta bancaria dovrebbero garantire un basso livello d’inflazione. Ciascun istituto bancario avrebbe quindi la possibilità di emettere una propria valuta, con il solo vincolo che i singoli operatori economici dovranno accettare di detenere tale valuta. Un sistema di clearing potrebbe quindi sorgere spontaneo al centro del sistema bancario al fine di regolare la riscossione delle diverse valute bancarie detenute da ciascuna banca.
L’attualità del dibattito sulla politica monetaria è certamente uno stimolo forte alla lettura delle teorie sul free banking. Il contributo di Dowd è quindi un passo importante verso la comprensione delle problematiche che stanno caratterizzando la nostra epoca. Se non altro la questione centrale della stabilità dei prezzi. Se il controllo dell’inflazione è l’obiettivo principale che la politica monetaria deve perseguire, allora potremmo pensare che deviazioni di percorso da questo proposito dovrebbero sempre essere considerate transitorie e temporanee.
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